24
Nov
2006

Gentile

GIOVANNI GENTILE

(1875 – 1944)

L’idealismo di Giovanni Gentile

La concezione idealistica elaborata da Giovanni Gentile ha influenzato in maniera determinante, al pari della filosofia di Benedetto Croce, la cultura italiana. Un accenno ai principi del sistema idealistico gentiliano può essere utile per un doppio ordine di motivi: 1) da una parte consente una migliore comprensione della svolta filosofica crociana, le cui peculiarità emergono meglio attraverso un confronto con il pensiero di Gentile; 2) dall’altra consente di cogliere le diverse possibilità speculative offerte dalla filosofia idealistica, che implicano una differente opzione politico-culturale.

Gentile e Croce
La filosofia idealistica di Gentile, nota anche come attualismo, venne concepita intorno agli anni 1911/1923, subito dopo l’elaborazione della teoria crociana. I due intellettuali avevano una formazione e indirizzi di ricerca comuni: l’interesse per il kantismo e l’idealismo, un’iniziale entusiasmo per la filosofia di Marx, un rifiuto della mentalità illuministica, un sentimento di vicinanza alla cultura (filosofica e non) del risorgimento italiano, un interesse per l’arte che li portò a eccellere, oltre che nell’ambito filosofico, anche nella critica letteraria.

La critica Gentile a Croce
Già in alcuni scritti precedenti la compiuta formulazione della propria teoria, Gentile aveva criticato la concezione crociana dello Spirito e, in particolare, lateoria dei distinti. Già allora la realtà dello spirito appariva a Gentile come assolutamente unitaria e priva di qualsiasi differenziazione interna.

Il soggetto metafisico assoluto

Nell’opera L’atto del pensiero come atto puro (1912) e nella successiva La teoria generale dello spirito come atto puro (1916) Gentile fonda un originale concezione idealistica, che concepisce unica realtà l’Io universale, sintesi di qualsiasi dialettica fra soggetto e oggetto e fondamento di ogni manifestazione fenomenica.

Il pensiero
L’Io o Soggetto assoluto si identifica con il pensiero: tutti i fenomeni particolari, secondo Gentile, sono il frutto dell’attività della mente, che li pone come negazione di se stessa; il pensiero infatti, vive continuamente affermando e negando se stesso, ponendo delle realtà che gli si oppongono ma sintetizzandole nuovamente entro di sé.

L’atto
Il pensiero non deve essere allora considerato alla stregua di un qualsiasi fenomeno, bensì come attività o, per usare l’espressione di Gentile, come atto. L’atto puro è così il principio di tutta la realtà e indica il processo autocreativo dell’Io. Lo spirito è dunque un’attività che si svolge continuamente e il cui fine è l’affermazione di sé stessa come unica realtà.

La teoria e la prassi
Alcuni critici hanno individuato nell’idealismo gentiliano un’evidente influenza della filosofia della prassi di Marx, eredità probabile degli interessi giovanili. Sicuramente in Gentile c’è una coincidenza fra il momento teoretico e quello pratico, poiché l’Io, nel momento in cui pone l’oggetto attraverso la sua attività (momento pratico), immediatamente lo conosce come parte di sé (momento teoretico).

Il rapporto tra l’Io e i fenomeni

Il rapporto tra il principio fondante della realtà e i singoli fenomeni empirici è concepito da Gentile in maniera particolarmente radicale, quale non si trova in alcun altro sistema idealistico. Le singole manifestazioni, segno dell’oggettivazione del Soggetto assoluto, non hanno alcuna realtà determinata ma sono concepiti unicamente come negazioni, errori, astrazioni (dall’autentica realtà). Non hanno neanche alcuna effettiva autonomia, poiché il loro essere si risolve nell’Io.

 
Confronto con Fichte
L’attualismo ricorda il soggettivismo radicale di Fichte, ma la posizione di Gentile è più estrema, soprattutto nel non attribuire alcuna dignità ontologica ai fenomeni. In Fichte il non-io aveva una sua specifica funzione che, pur rientrando nella dialettica dell’Io, esercitava con assoluta autonomia; il non-io era quella realtà negativa e irriducibile con la quale l’io-empirico si doveva confrontare [cfr. cap. 2. pp.70/71].

La critica a Hegel
Nel rispettare i principi dell’idealismo, Gentile ritiene di essere stato più coerente dello stesso Hegel; anch’egli, al pari di Croce, avverte l’esigenza di riformare i principi nell’hegelismo, nell’opera La riforma della dialettica hegeliana (1913). Della filosofia hegeliana, secondo Gentile, bisogna rifiutare quel residuo di distinzione presente nella tripartizione dialettica e sottolineato dal concetto di Aufhebung [cfr. cap.4, p.105], in base al quale il fenomeno mantiene, anche all’interno dello spirito, una propria specificità. Per Gentile invece, l’atto dello Spirito riassume e sintetizza in sé qualsiasi realtà, che in questo modo perde ogni forma d’autonomia.

La difficoltà di Gentile
La difficoltà maggiore della filosofia di Gentile -e che viene maggiormente messa in rilievo dagli interpreti- è proprio quella di giustificare in maniera convincente le realtà oggettive; Gentile, per quanto comtempli una loro esistenza nella processualità del Soggetto assoluto, sembra sempre valutarle come astrazioni e le sue riflessioni in merito non hanno lo stesso grado di convinzione di quello degli altri filosofi idealisti.

La dialettica dell’Io
Gentile non ha dedicato infatti una particolare attenzione nel descrivere le forme particolari dello Spirito, perché sua maggiore preoccupazione era quella di sottolinearne il carattere unitario. Il suo tentativo di rendere conto delle oggettivazioni cui dà origine l’atto puro si riduce a una struttura triadrica (la dialettica dell’Io) comprendente i tre momenti dell’arte, della religione e della filosofia.

L’arte
L’arte è concepita da Gentile come un’espressione spontanea della soggettività, in cui si rivela la capacità creativa e la natura libera dell’Io. Ovviamente, nell’esaminare l’opera d’arte non ci si deve perdere nel tecnicismo, patologica tendenza alla particolarità, ma comprendere la più ampia personalità dell’artista, nella quale si riflette l’attività dell’Io.

La religione
Tutto il pensiero di Gentile -anche quello precedente la teoria attualistica- è permeato da un sentimento diffuso della religiosità che indica l’unità del reale, una verità spirituale tutt’uno con l’atto puro. La religione deve dunque immedesimarsi con la teoria idealistica gentiliana.

La religione trascendente, la scienza e la storia

Gentile rifiuta dunque la divinità trascendente, concepita come estranea all’io e che esige l’umiliazione del soggetto. Questo modo di concepire la religione è analogo alla mentalità scientifica, che presuppone l’oggetto studiato come esterno al soggetto. Anche la disciplina della storia, quando non si concepisce come svolgimento dello spirito ma ritiene gli eventi frutto di casualità esterne, commette lo stesso errore teoretico.

La religione immanente
L’autentica religione deve dunque essere immanente e la filosofia dello spirito è in graddo di giustificare l’immanentismo religioso, facendo coincidere il principio divino con l’eterno soggetto assoluto che fonda tutta la realtà.
La filosofia
La filosofia è il momento conclusivo e sintetico di questa particolare concezione dialettica, teso, piuttosto che ad articolare lo spirito nel reale, a ridurre quest’ultimo all’unità dello spirito. La filosofia ci comunica l’unità e la totalità del reale, risolve in sé i primi due momenti dell’arte e della religione. La filosofia, in quanto totalità, coincide con una serie di discipline particolari, che solo all’interno dell’attualità dello spirito possono avere un senso.

Ulteriore differenza con Croce

Possiamo rimarcare un’ulteriore e fondamentale differenza fra l’idealismo di Croce e quello gentiliano: mentre Croce rifiuta qualsiasi realtà metafisica e sembra dunque accogliere alcune istanze del pensiero post-idealistico, Gentile ritiene assurdo rinunciare alla verità metafisica.
 
La coincidenza tra filosofia e pedagogia

La filosofia, essendo totalità e riduzione del sapere all’Uno, coincide con l’esperienza educativa: la pedagogia è intesa infatti da Gentile come superamento del dualismo docente-discente, intesi come uniti nello spirito universale che realizza la propria consapevolezza.

La coincidenza tra filosofia ed etica

Tutta la sfera dell’azione (la morale, il diritto) coincide con la filosofia poiché, come abbiamo accennato sopra, per Gentile la distinzione fra ambito teoretico e ambito pratico non ha alcun senso.

La coincidenza tra filosofia e storia

La storia, finalmente compresasi come attualità dello spirito, finisce evidentemente per coincidere anch’essa con la filosofia; in ogni studio storico,  bisogna evidenziare la volontà universale del Soggetto assoluto che si realizza e si ricomprende nei singoli eventi.

Le conseguenze politiche del pensiero gentiliano

E’ inevitabile che tale concezione del diritto e della storia si ripercuota nella concezione politica del filosofo, il quale concepisce lo Stato come organismo unitario, sovraindividuale, in cui prevale la coscienza unitaria, il senso del dovere, lo spirito di sacrificio, la disciplina collettiva e il patriottismo.

Il risorgimento
Questa concezione politica si riflette nell’interesse di Gentile per il periodo risorgimentale, in cui tali valori si riflettono in maniera evidente. In questa visione della missione popolare possono essere considerate congiuntamente, a parere di Gentile, personalità fra loro differenti, quali Gioberti e Mazzini.

Il fascismo
Anche l’adesione di Gentile al fascismo avvenne sulla base di questi valori, per quanto non è corretto cercare un legame diretto fra il pensiero di Gentile e la politica fascista. Gentile collaborò quale ministro della pubblica istruzione col regime, ma solo in parte la sua riforma e le sue proposte intellettuali vennero accolte.

Fascismo e risorgimento
Gentile, attraverso un’opera d’interpretazione storica particolarmente contestabile, individua una contiguità fra lo spirito del risorgimento e il fascismo, che avrebbe portato a compimento quella missione auspicata dai grandi politici italiani dell’800.
 

ESPRESSIONI SIGNIFICATIVE

Attualismo – Io universale – Soggetto assoluto – Atto puro – Dialettica dell’Io – Arte – Religione – Filosofia – Immanentismo – Pedagogia – Etica – Storia – Stato sovraindividuale – Risorgimento – Fascismo – Metafisica

DOMANDE

1) Individua analoghe influenze culturali in Croce e Gentile.

2) Indica le principali caratteristiche della concezione idealistica di Gentile.

3) Che cos’è l’atto puro?

4) Chiarisci perché in Gentile il momento teoretico coincide con quello pratico.

5) Come concepisce Gentile il rapporto fra l’Io e i fenomeni?

6) Proponi un confronto fra Gentile e Fichte…

7) …e fra Gentile ed Hegel.

8) Che cos’è la dialettica dell’Io?

9) Descrivi la concezione gentiliana dell’arte.

10) Per quale motivo Gentile concepisce una religiosità immanente e non trascendente?

11) Fornisci una definizione di filosofia e spiega la sua coincidenza con l’etica e la pedagogia.

12) Individua il rapporto fra il pensiero filosofico e quello politico di Gentile?

13) Perché il filosofo fu particolarmente interessato alla storia del risorgimento?

14) Chiarisci il diverso giudizio di Gentile e Croce in merito alla metafisica.