Croce
CAPITOLO DODICESIMO
BENEDETTO CROCE (1866 – 1952)
Benedetto Croce nella cultura italiana
Benedetto Croce non è solo una delle personalità più rilevanti nella storia della filosofia italiana, ma è personaggio fondamentale dell’intera nostra cultura, cui ha dato un contributo nelle più diverse discipline: filosofia, storia, politica, storia e critica d’arte, letteratura, pedagogia.
L’attività di Croce
Croce fu infatti filosofo, critico letterario e indagatore del passato storico, ministro dell’istruzione sotto il governo Giolitti, nel biennio 1920/’21. Mostrò entusiasmo per il fascismo sino alla svolta del 1925, quindi ruppe col movimento e con l’altro grande filosofo idealista italiano, Giovanni Gentile, che del fascismo fu uno dei più illustri esponenti.
Croce nel secondo dopoguerra
Alla fine della seconda guerra mondiale Croce fu una delle personalità di rilievo intorno alle quali si organizzò il rinnovamento istituzionale dello Stato; nel 1947 egli fondò l’Istituto Italiano di Studi Storici.
L’opposizione al fascismo
Croce fu comunque un fermo oppositore del fascismo, poiché riteneva la libertà il valore più alto della vita umana; l’opposizione di Croce fu in parte tollerata dal fascismo, che non osava reprimere un’intellettuale tanto stimato, e poté essere espressa in diverse pubblicazioni.
La cultura idealistica di Croce
La filosofia di Benedetto Croce si propone un rinnovamento dell’idealismo hegeliano; alla stessa cultura filosofica appartengono altre due grandi personalità italiane del periodo, che sostennero però convinzioni ideologiche diverse: il già ricordato Giovanni Gentile e Antonio Gramsci.
La priorità della cultura umanistica
In conseguenza alla sua impostazione idealistica, Croce privilegia le discipline umanistiche, considerando quelle scientifiche di carattere puramente pratico. Nella sua veste di ministro dell’istruzione (analogamente a quanto farà qualche anno più tardi Giovanni Gentile), egli condizionerà pesantemente la natura delle istituzioni scolastiche italiane, differenziandole di molto dall’indirizzo che, contemporaneamente, intrapresero altre nazioni europee.
La contestazione di Croce nel secondo dopoguerra
Nel secondo dopoguerra, l’ambiente filosofico italiano si caratterizzò per una ferma opposizione nei confronti della filosofia crociana accusata, per la sua totale egemonia sul mondo della cultura, di avere posto in una situazione di arretratezza, rispetto agli altri paesi europei, il dibattito culturale nel nostro paese.
La cultura scientifica
In particolare si affermò la necessità di una rivalutazione della cultura scientifica , da realizzarsi attraverso il rinnovamento delle istituzioni educative. Croce rifiutò queste accuse e difese sempre le sue posizioni: nell’ultima fase della sua attività, egli si mostrerà in aperta polemica con le principali correnti filosofiche del ‘900.
DOMANDE
1) Indica l’importanza di Benedetto Croce nella cultura italiana.
2) In quali discipline si distinse l’opera di Benedetto Croce?
3) Precisa l’importanza della personalità di Croce in merito alle cariche istituzionali da lui ricoperte.
4) Quale atteggiamento tenne Croce verso il fascismo?
5) Precisa il valore attribuito dal filosofo alla cultura scientifica.
6) Nel secondo dopoguerra, quale fu l’atteggiamento della cultura filosofica italiana nei confronti della filosofia crociana?
L’interesse giovanile per il marxismo
Croce mostrò, durante il periodo giovanile della sua attività, un forte interesse per la filosofia marxista; dal marxismo si allontanerà molto presto, ritenendolo un pensiero ormai privo di interesse teoretico. E’ importante sottolineare però questo interesse giovanile, in quanto Croce vi mutuerà una concezione storicisticadella realtà e un’attenzione per Hegel e per la filosofia idealistica.
Lo Spirito
La concezione idealistica di Croce si impernia sul concetto di Spirito, che rappresenta la vita stessa; lo Spirito dà origine, nel corso del suo divenire, a particolari determinazioni, che costituiscono i fenomeni concreti.
La differenza con lo Spirito hegeliano
Il concetto di Spirito è, ovviamente, di derivazione hegeliana, ma Croce lo intende in modo affatto diverso: mentre in Hegel lo Spirito rappresentava la totalità che, in ultimo, diventava consapevole di se stessa, risolvendo il proprio cammino conoscitivo, per Croce è impossibile rinchiudere la vitalità dello Spirito in un sistema definitivo.
Le caratteristiche dello Spirito
Per Croce, infatti, la vita e, quindi, lo Spirito, è un processo in espansione che non può mai avere termine; il pensiero, infatti, cerca di giungere alla consapevolezza ma esclude, nel contempo, che il sapere possa risolversi una volta per tutte. La vita si espande senza fine e, nel corso di questo sviluppo, il pensiero fissa alcuni momenti costitutivi, destinati comunque a essere superati.
Lo storicismo di Croce
L’interpretazione della realtà da parte di Croce è dunque rigorosamente storicistica, in quanto tutto viene interpretato come il prodotto della attività storica dello Spirito, ovvero come momento costitutivo di un processo che tende a modificarsi in seguito all’azione di altri fattori, anch’essi prodotto del divenire storico.
Il giudizio su Hegel
Croce accetta di Hegel l’impostazione idealistica e storicistica ma, come abbiamo visto, esclude che questa possa concepirsi come un sistema chiuso, in cui lo sviluppo dello Spirito trova una conclusione e comprende la propria ragion d’essere. Nel 1907, Croce pubblica l’opera Ciò che è vivo e ciò che è morto della filosofia di Hegel, in cui esprime l’esigenza di valorizzare l’aspetto innovativo della filosofia hegeliana, liberandola dal suo determinismo.
Il rapporto fra Spirito e fenomeni
Croce intende in modo diverso da Hegel il rapporto fra la natura dello Spirito e i fenomeni concreti; Hegel, si ricorderà, risolveva questi ultimi nello Spirito, negando loro un’effettiva autonomia e interpretandoli come momenti obbligati del percorso dello Spirito verso l’autoconsapevolezza. Secondo Croce, invece, l’idea non deve essere privilegiata rispetto ai fenomeni.
La dignità dei fenomeni
Infatti, a parere di Croce, i fenomeni possiedono un valore autonomo, proprio perché non è prevista una conclusione dello sviluppo dello Spirito; un fenomeno non è solo una tappa in vista di un momento ultimo della storia, ma un’espressione particolare di un progresso storico infinito; poiché il fenomeno non tende a un risultato finale, possiede un’autonomia e dignità assolute, in quanto ha in sé il proprio significato.
Il rifiuto della dialettica hegeliana
Croce rifiuta allora la dialettica hegeliana, poiché prevede un solo tipo di movimento ascendente che non concede nessuna autonomia ai fenomeni. Alcune difficoltà interpretative in merito alla filosofia hegeliana sorgono proprio per il carattere unidimensionale della dialettica, che non valorizza il carattere indipendente delle singole determinazioni.
La morte dell’arte
Il dibattito sulla morte dell’arte, per esempio [cfr. cap. quarto, p.37], si origina a partire dal fatto che la dialettica, con il suo sviluppo ascensionale, sembra, paradossalmente, non ammettere alcuna funzione dell’arte dopo il superamento realizzato dalla filosofia.
Opposti e distinti
Croce ritiene di dover affiancare alla dialettica hegeliana, definita degli opposti, un’altra forma di dialettica, denominata dei distinti. La complementarità delle due dialettiche evita la dissoluzione, paradossale, di determinazioni opposte (quali arte e filosofia). Ognuna di queste dialettiche si riferisce a un ambito particolare dello Spirito
Sfera teorica e sfera pratica
Lo Spirito, a parere di Croce, si divide in due sfere, corrispondenti a due diversi tipi di funzioni: la sfera teorica e la sfera pratica. La prima corrisponde alla conoscenza e si concretizza nelle diverse forme di cultura; la seconda, invece, riguarda l’azione ed è il prodotto di una volontà.
Universale, particolare e le quattro forme dello Spirito
Sia l’ambito teorico sia quello pratico possono riferirsi a oggetti di carattere universale o particolare; a partire da questo diverso oggetto di riferimento, si originano le quattro forme dello Spirito concepite da Croce, che riassumiamo nello schema seguente:
¦ ¦________(universale)____Logicas\Filosofia
SPIRITO—-¦ ________(particolare)___Economia
¦________(universale)____Etica
L’estetica è, infatti, la conoscenza dell’individuale, mentre la filosofia, è conoscenza logica dell’universale; analogamente, l’economia rappresenta la volontà individuale, mentre l’etica quella universale.
La dialettica dei distinti
Fra queste quattro forme si realizzala dialettica dei distinti perché, anche se esistono forme di relazione fra conoscenza e azione, ognuna di esse e irriducibile all’altra e, dunque, completamente autonoma.
La dialettica dei contrari
All’interno di ogni ambito specifico esiste invece una dialettica degli opposti, in quanto l’attività dello Spirito tende di volta in volta ad affermare un valore particolare. Nel campo dell’arte l’opposizione dialettica è quella fra bello e brutto, in filosofia fra vero e falso; utile e dannoso è la coppia dialettica in economia e, per quanto riguarda l’etica, la polarità dialettica è quella di bene e male.
L’unità dello Spirito
Lo Spirito rimane comunque, a parere di Croce, una realtà fortemente unitaria: difatti le sue quattro fondamentali determinazioni mantengono la loro autonomia ma sono in grado, nel contempo, di relazionarsi le une alle altre, condizionandosi a vicenda. E’ evidente, infatti, come risultati conoscitivi possono influenzare in modo determinante l’azione e la volontà, e viceversa.
Il dinamismo dello Spirito
Lo Spirito allora trapassa continuamente da una forma all’altra e, in questo modo, si arricchisce, permettendo un progresso sia di carattere generale sia relativo ai diversi ambiti in cui si articola l’attività.
ESPRESSIONI SIGNIFICATIVE
Spirito – Storicismo – Rapporto Spirito\fenomeni – Dialettica degli opposti – Dialettica dei distinti – Sfera teoretica – Sfera pratica – Oggetto universale – Oggetto particolare – Quattro forme dello Spirito – Arte – Filosofia – Economia – Etica – Unità dello Spirito
DOMANDE
1) Quale importanza ha, per la filosofia di Croce, il giovanile interesse per il marxismo?
2) Descrivi le caratteristiche dello Spirito.
3) Perché il pensiero di Croce è decisamente storicista?
4) Precisa il rapporto fra Hegel e Croce, individuando gli elementi di somiglianza ma anche di diversità.
5) In che modo Croce concepisce il rapporto fra Spirito e fenomeni?
6) Spiega il motivo per cui un fenomeno non deve essere subordinato allo Spirito.
7) Illustra il rinnovamento, operato da Croce, della dialettica hegeliana.
8) Per quale motivo la dialettica degli opposti deve essere integrata con una dialettica dei distinti?
9) Distingui la sfera pratica e la sfera teorica dello Spirito.
10) Quali sono le quattro forme dello Spirito? che relazione esiste fra loro?
11) In che modo si realizza, rispetto alle quattro forme dello Spirito, la dialettica degli opposti e quella dei distinti?
12) Per quale motivo la dialettica dei distinti non pregiudica l’unità dello Spirito?
L’estetica
Le opere
Numerose sono le opere di Croce dedicate all’estetica, fra queste ricordiamo: Estetica come scienza dell’espressione linguistica in generale (1902), Problemi di estetica (1910), Breviario di estetica (1912), La poesia (1936).
L’importanza dell’estetica crociana
La riflessione estetica è uno degli aspetti del pensiero di Croce che hanno avuto maggiore fortuna e che hanno significativamente condizionato la vita culturale. Tantissimi critici utilizzano un’impostazione crociana nell’interpretazione delle opere d’arte.
L’origine romantica dell’estetica crociana
L’estetica di Croce si richiamava alla tradizione della critica romantica e, in particolare, alle valutazioni di Hegel e, per rimanere in Italia, di De Sanctis. Secondo Croce esistono alcuni principi estetici immutabili, rispetto ai quali deve fondarsi ogni seria riflessione sull’opera d’arte; ne ricordiamo due:
Identità di intuizione ed espressione
Croce ritiene che la valutazione estetica debba fondarsi non sugli aspetti tecnici, ma, invece, sulla constatazione dell’identità fra espressione artistica eintuizione lirica: in altre parole, Croce ritiene che, in un’opera d’arte, le immagini sono pura espressione di un sentimento.
La tecnica artistica è pura attività pratica
Un altro fondamentale principio dell’estetica crociana, conseguenza diretta del primo, è l’irrilevanza estetica delle questioni tecniche relative alla produzione materiale dell’opera d’arte; queste ultime, infatti, sono problemi relativi alla costituzione di un linguaggio, ma non riguardano il valore di quel linguaggio come pura espressione spirituale.
La totalità dell’arte
L’arte è dunque un linguaggio totalmente spirituale e, in esso, si riflette tutta la vita dello Spirito. Frequenti sono infatti i casi in cui si colgono relazioni fra l’espressione artistica e le altre forme dello spirito che, interagendo con la prima, stimolano la creatività dell’artista. L’arte, in sé, è dunque capace di concentrare l’intera spiritualità del reale.
La poeticità dell’arte
Croce afferma che l’arte è essenzialmente poesia. Secondo il filosofo, infatti, l’opera d’arte, per quanto può riferirsi a tecniche e ambiti d’esperienza differenti, è caratterizzata sempre da uno stesso tipo di linguaggio, che è di natura spirituale. La poesia, intesa come capacità di esprimere la spiritualità attraverso le parole e quindi, più in generale, di trasfigurare spiritualmente l’intero mondo sensibile, è il carattere specifico di ogni espressione artistica.
Arte e filosofia
Croce ritiene fondamentale, per precisare la natura dell’arte, distinguerla dalle altre forme di produzione umana, intellettuali o pratiche. Innanzitutto, l’arte si distingue dalla filosofia perché quest’ultima coglie le caratteristiche dell’essere attraverso la logica, mentre l’arte le intuisce in modo irriflesso.
Arte e storia
L’arte si distingue dalla storia poiché le è irrilevante la distinzione fra realtà e immaginazione, anche quando si ispira a fatti storici e dimostra una capacità di rappresentare con fedeltà il reale.
Arte e scienza
Croce distingue l’arte anche dalla scienza; intuibile è la differenza con le scienze naturali, il cui fine è una classificazione concreta, dove fondamentale e il rispetto del principio di realtà cui l’arte è indifferente; più vicine possono sembrare le scienze matematiche, dove alcuni principi sembrano avere direttamente ispirato l’opera di molti artisti. In realtà, suggerisce Croce, la matematica produce astrazioni ma non le contempla, non è in grado cioè di cogliere in esse il sentimento.
Croce critico letterario
Notevole fu l’attività di Croce quale critico letterario, sia in relazione alla letteratura italiana sia a quella europea: importanti furono i suoi studi su Dante, Ariosto, Leopardi, Corneille, Mallarmé, Shakespeare. Egli non si limitò allo studio dei singoli autori, ma fece anche un lavoro di ricostruzione delle teorie estetiche e della critica dei vari paesi europei.
Croce filosofo e critico
Nei lavori di critica letteraria Croce applica, evidentemente, i principi della propria concezione estetica: in particolare, in questi lavori, possiamo notare come lo studioso valorizza l’autonomia dell’arte, facendo nel contempo molteplici riferimenti alle relazioni con le altre forme dello Spirito.
ESPRESSIONI SIGNIFICATIVE
Estetica – Intuizione – Espressione – Valore pratico della tecnica artistica – Poeticità dell’arte
DOMANDE
1) Indica le principali opere dedicate da Croce al tema dell’estetica.
2) A quali riflessioni sull’arte si ricollega l’estetica crociana?
3) Spiega l’identità fra espressione artistica e intuizione lirica.
4) Come interpreta Croce la tecnica artistica?
5) Spiega i motivi per cui nell’arte si riflette la totalità dello Spirito.
6) Perché l’arte è essenzialmente poesia?
7) Distingui fra arte e filosofia…
8) …fra arte e storia.
9) Quale rapporto esiste fra l’arte e le scienze matematiche? dove sta la loro differenza?
La Logica
La logica
Abbiamo visto come la Logica, identificata da Croce con la filosofia, rappresenta l’ambito teoretico dello Spirito applicato a un oggetto universale. Sarebbe sbagliato, però, identificare la Logica con lo studio del ragionamento formale, sul quale impostare la coerenza delle proprie argomentazioni.
Affinità con Hegel
Come già accadeva in Hegel, Croce rifiuta l’idea di una logica formale, staccata dal concreto dinamismo dell’essere: la logica, secondo Croce, è in grado di cogliere le caratteristiche dell’essere, che altro non è che il divenire dello Spirito.
La storicità della logica
La logica coglie dunque non le caratteristiche formali del ragionamento, ma la storicità del reale che, nel suo divenire, dà luogo alle diverse determinazioni; la logica è, contrariamente a quanto ritenuto per lungo tempo dalla tradizione filosofica, un giudizio storico. Se infatti coglie la razionalità del reale, che è essenzialmente divenire storico, allora la verità logica è verità storica.
Il Concetto
La logica consente di giungere al Concetto, ossia alla conoscenza razionale di sé o, in altre parole, alla consapevolezza che un’esperienza è sempre il risultato dell’evoluzione storica dello Spirito.
Gli pseudo-concetti
Al Concetto si sovrappongono gli pseudo-concetti, che sono i principi del linguaggio comune e della scienza, erroneamente chiamati, nel sapere comune, “concetti”. Gli pseudo-concetti non sono falsi, ma hanno un valore puramente pratico e contingente; non possono, cioè, cogliere la verità storica dell’essere, ma unicamente una sua particolare determinazione.
Svalutazione della scienza
Si spiega così la sottovalutazione del sapere scientifico realizzata da Croce, cui accennavamo all’inizio, e che avrà tanta conseguenze sulla cultura e sulla pedagogia italiana fino al secondo dopoguerra.
L’Economia
L’economia
L’economia rappresenta l’ambito del bisogno individuale e della soddisfazione egoistica. Croce tende a svalutare questa particolare campo dello Spirito, necessario ma pur sempre inferiore agli altri, sul piano etico e conoscitivo.
Il diritto e lo stato
La sfera dell’economico è però importante perché Croce vi include le realtà del diritto e dello Stato e, di conseguenza, le riflessioni ivi contenute sono rilevanti per valutare il contributo offerto da Croce alle istituzioni del nostro paese, in anni particolarmente drammatici della sua storia.
Distinzione fra diritto e morale
Anche rispetto a problemi così specifici Croce tende a distinguersi da Hegel: per quanto riguarda il diritto, Croce lo considera totalmente estraneo all’ambito della moralità. Il diritto, secondo la definizione di Croce, intende raggiungere un particolare scopo che favorisca la relazione fra gli individui; si impone con un atto di forza, proprio per potere ottenere il suo scopo.
Lo Stato
Lo Stato è un’organizzazione attraverso la quale un gruppo di individui intende realizzare una serie di azioni a loro utili; si identifica col governo e si realizza sia attraverso l’esercizio dell’autorità sia tramite l’espressione della libertà.
Differenza rispetto allo Stato hegeliano
Croce non intende lo Stato come la realizzazione degli ideali etici e non lo ritiene dunque immutabile nelle sue caratteristiche universali; coerentemente alla propria concezione idealistica, Croce pensa che non esista un traguardo definitivo dello Spirito, per sua natura sempre in grado di svilupparsi ulteriormente; di conseguenza, anche lo Stato può modificare il proprio assetto istituzionale.
Stato e moralità
E’ sbagliato, secondo Croce, vedere nello Stato la realizzazione della moralità. Lo stato, infatti, spesso si tiene in equilibrio fra autorità e libertà, realizza delle formule di compromesso; la moralità invece, sempre alla ricerca di una giustizia assoluta, tende a trascendere la rigidità formale dello Stato e a proporne continuamente delle modificazioni.
Il liberalismo
La comprensione di questa natura dinamica dello Stato si identifica con il liberalismo, i cui principi non prevedono ideali trascendenti che lo Stato deve realizzare una volta per tutte (è l’errore di Hegel, ma anche del marxismo); secondo il liberalismo la natura dello Stato è costretta a mediare dialetticamente fra concezioni opposte.
Le ragioni dell’avversario
Il liberalismo è allora la teoria politica più autentica perché accetta e giustifica la presenza di teorie fra loro opposte; non fondato su alcun pregiudizio ideologico, il liberalismo può trovare ragioni anche negli avversari politici.
Peculiarità del liberalismo
Il liberalismo si differenzia da qualsiasi altra forma di pensiero politico: mentre, infatti, le altre ideologie partecipano al dibattito politico sperando di prevalere per imporre la propria concezione del mondo, il liberalismo trova il suo fine nello stesso dibattito politico; comprende infatti la natura transitoria dello Stato e ritiene che sono nella pratica del confronto fra le diverse posizioni ideologiche sia possibile una vera attività politica.
ESPRESSIONI SIGNIFICATIVE
Libertà – Concetto – Pseudo-concetti – Svalutazione della scienza – Economia – Diritto – Stato – Moralità – Liberalismo – Libertà politica
DOMANDE
1) Individua l’oggetto della logica.
2) Specifica le differenze fra la logica crociana e quella formale; successivamente, avverti le analogie con la logica hegeliana.
3) Perché la verità logica è una verità storica?
4) Che cosa intende Croce per Concetto?
5) Che cosa sono gli pseudo-concetti?
6) Esponi la valutazione di Croce in merito al sapere scientifico.
7) Definisci l’ambito d’interesse dell’economia.
8) Riporta le caratteristiche del diritto.
9) Definisci lo Stato e indica le differenze fra la concezione di Hegel e quella di Croce.
10) Come Croce giustifica il diritto?
11) Perché, secondo Croce, lo Stato non coincide con la moralità?
12) Esponi il concetto di liberalismo.
13) Perché il liberalismo si differenzia da tutti le altre ideologie politiche?
Lo storicismo assoluto
Alla fine degli anni ‘30 e nel corso del decennio successivo, Croce avvertì l’esigenza di riformulare la propria concezione storicistica; egli radicalizzò, rispetto al periodo precedente, l’interpretazione della realtà quale fatto sostanzialmente storico, dando luogo alla dottrina dello storicismo assoluto. Le opere maggiori in cui si delinea tale svolta sono: La storia come pensiero e come azione (1938); Il carattere della filosofia moderna (1941); Storiografia e idealità morale (1950).
Lo storicismo precedente
Croce aveva da sempre sostenuto l’identità fra Spirito e storia ma, in questa identità, aveva distinto fra la teoria e la prassi; il pensiero precedeva l’azione, che rappresentava la concretizzazione della teoria in una dimensione storica. La sfera intellettuale, insomma, godeva di una natura extrastorica, che solo attraverso l’azione si sarebbe determinata in forme contingenti.
Il rapporto teoria\prassi
Nello storicismo assoluto, invece, la distinzione fra teoria e prassi scompare: il pensiero non è precedente all’azione, ma è espressione vitale , storicità in atto, di per sé interna alla dimensione della storicità.
La vitalità
Il concetto di vitalità indica il fondamento della storia: è energia vitale e irrefrenabile che si diffonde, di per sé irrazionale, ma che può essere plasmata per indirizzarla verso valori civili e morali.
La moralità
La storia è allora, secondo Croce, l’opera di contenimento della vitalità, in modo tale da costringerla in limiti etici che realizzino l’aspirazione dell’uomo alla libertà. La moralità è allora il principio che guida tutta la storia, in quanto ogni avvenimento storico è teso a realizzarla e, nel contempo, ogni studio storiografico deve, come fine specifico della sua ricerca, considerare la moralità come principio esplicativo di tutti gli eventi.
La razionalità della storia
Anche per Croce la storia sarebbe caratterizzata, così, da una forte motivazione razionale, ma in maniera affatto diversa da Hegel. Non è la razionalità di un principio ultimo che si deve affermare con necessità, ma è il principio motore della storia umana che, senza porsi un termine, cerca di piegare la propria energia vitale a valori morali universali.
Fatti storici e non storici
Si spiegano così alcune celebri affermazioni di Croce: la negazione di una differenza tra fatti storici e fatti non storici, in quanto ogni avvenimento, anche banale, si inserisce nella dinamica storica dello Spirito.
Identità fra giudizio e fatto storico
Si spiega così l’identità, affermata da Croce, fra giudizio e fatto storico: “ogni giudizio è un fatto storico”. Una volta caduta la distinzione fra teoria e prassi, non esiste atteggiamento intellettuale astorico, ma ogni giudizio è espressione della storicità stessa dello Spirito.
La storia contemporanea
Diventa comprensibile anche l’altra affermazione secondo la quale “ogni storia è storia contemporanea”: se infatti, coerentemente a quanto affermato da Croce, noi utilizziamo la moralità quale chiave esplicativa degli avvenimenti storici, noi cerchiamo in essi una verità necessaria anche alla situazione presente. Nessuna analisi storica è allora una pura contemplazione del passato, ma è sempre la scoperta di una verità che coinvolge anche il tempo contemporaneo.
ESPRESSIONI SIGNIFICATIVE
Storicismo assoluto – Identità teoria\prassi – Vitalità – Moralità – Razionalità della storia – Identità fatti storici\non storici – Identità giudizio\fatto storico – Identità storia\storia contemporanea
DOMANDE
1) In quale periodo dell’attività filosofica di Croce è elaborato il concetto di storicismo assoluto?
2) In quali opere Croce lo illustra?
3) Illustra le differenza fra lo storicismo assoluto e la concezione storicista precedente.
4) Spiega l’identità fra teoria e prassi.
5) Illustra i concetti di vitalità e moralità.
6) Che cosa comporta la moralità nella ricerca storiografica?
7) In che termini, secondo Croce, la storia è razionale? Nel corso della risposta, precisa le differenze con il concetto di razionalità in Hegel.
8) Spiega l’identità tra fatti storici e fatti non storici.
9) Perché ogni giudizio è un fatto storico?
10) Motiva l’affermazione di Croce: “ogni storia è storia contemporanea”.