Antonio Gramsci
(pp. F337/F339)
Il brano si apre con una constatazione: nell’Italia post unitaria la totale direzione politica era tenuta dai moderati, i quali controllavano anche il “Partito d’Azione”, che rappresentava la possibile opposizione. Questa constatazione, paradossale, si spiega con il fatto che questo partito non rappresentava alcuna classe sociale determinata e “i suoi organi dirigenti si componevano secondo gli interessi dei moderati”.
Il seguito del brano si rivela di difficile lettura in quanto, in esso, si fa ampio riferimento al concetto gramsciano di egemonia: questo concetto indica la capacità di una classe di manifestare la propria supremazia, non solo con l’esercizio concreto della forza, ma anche tramite il consenso e la capacità di direzione ideale delle classi alleate. Alla luce di questo concetto si spiegano i passi del brano in cui si parla di “direzione intellettuale e morale” oppure in cui si afferma che “un gruppo sociale deve essere dirigente già prima di conquistare il potere”. In questo senso, i moderati esercitano la loro egemonia anche sul Partito d’Azione, nonostante questo si collochi all’opposizione.
Segue (ma questo può essere letto da ciascuno autonomamente) la constatazione che i moderati erano organici alla loro classe; essi esercitavano un’attrazione su tutti i ceti intellettuali e quindi la cultura politica da essi espressa divenne dominante. [C’è un riferimento qui alla dottrina più ampia di Gramsci sugli intellettuali, dove afferma la non indipendenza degli stessi, ma il loro essere legati a una classe sociale. Anzi, ogni gruppo sociale tende a formarsi il proprio gruppo di intellettuali; quelli che però fanno riferimento alla classe progressiva (quella che in quel momento appare vincente; in questo caso, anche dominante) esercita un potere d’attrazione su tutti gli intellettuali , diventando egemone.
Nella parte finale del brano, Gramsci spiega le ragioni che impedirono al Partito d’Azione di divenire dominante; proprio questa egemonia (e dunque la subordinazione che essi avvertivano nei confronti dei moderati) impedì di inserire nel loro programma politico precise rivendicazioni essenziali per le masse popolari. Vd. Il senso delle citazioni di Garibaldi, Mazzini, ecc.