Il nazismo
CAPITOLO SEDICESIMO
IL NAZISMO
1. L’ascesa del nazismo in Germania
La crescita della destra nella Repubblica di Weimar
Abbiamo visto [cfr. cap 14] come nella Repubblica di Weimar, anche negli anni in cui ci fu una ripresa economica e un’integrazione della Germania nella diplomazia internazionale, si registrò una sensibile avanzata delle forze politiche di destra, composte, oltre che dal Partito Nazionalsocialista di Hitler, dai proprietari terrieri e dai grandi industriali.
Hermann Müller
Nel 1928 Presidente del Consiglio era Hermann Müller, a capo di un ennesimo governo di coalizione. La destra contestava proprio i patteggiamenti con i quali la Germania era riuscita ad ottenere una dilazione nel pagamento dei debiti di guerra. Müller diede le dimissioni nel 1929, sopraffatto dai primi segni della crisi.
Heinrich Brüning
A Müller successe il moderato cattolico Heinrich Brüning, il quale riteneva di poter affrontare la crisi attraverso una politica di difesa a oltranza del marco e con la riduzione della spesa pubblica. Il suo programma fu bocciato dal Reichstag ma egli lo attuò per decreto presidenziale, ritenendo di poter ottenere un largo consenso elettorale.
Le elezioni del 1930
Ma le sue speranze in una affermazione dei partiti moderati andarono deluse; i socialdemocratici persero, ma rimasero il partito più forte, mentre il blocco moderato conservò le sue posizioni; il partito comunista avanzò, ma il successo più clamoroso fu quello dei nazisti.
La crisi economica
L’avanzata della destra può essere spiegata a partire dal malcontento diffuso in Germania per gli effetti della crisi del 1929: vi fu una riduzione dei salari, aumentarono le tasse, furono ridotti i sussidi di disoccupazione. La produzione industriale calò del 58%, la disoccupazione raggiunse i sei milioni di unità, i prezzi al consumo crebbero del 60%.
I nazisti e le elezioni
Fino a quel momento i nazisti non avevano mai raccolto un grande consenso elettorale: nelle elezioni del 20 maggio 1928 il partito raccolse appena 800.000 voti su 31 milioni di elettori, ottenendo solo 12 seggi. Dopo la crisi del 1929, nelle elezioni del luglio 1930, il partito di Hitler passò a 6.400.000 voti divenendo, dopo i socialdemocratici, il secondo partito tedesco.
La frustrazione dei tedeschi
Per spiegare il successo del movimento di Hitler però non bisogna fare esclusivo riferimento alla crisi economica, ma anche tenere presente le inquietudini dell’opinione pubblica tedesca dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale: il popolo tedesco provava un senso profondo di frustrazione, la casta militare manifestava propositi di rivincita, i più estremisti rimpiangevano l’occasione perduta con la guerra.
Biografia di Hitler
Adolf Hitler, figlio di un doganiere, nacque il 20 aprile 1889 a Braunau sull’Inn, sul confine austro-tedesco; nel 1913 abbandonò Vienna, della quale non approvava il clima multiculturale. Scoppiata la guerra si arruolò volontario e partì per il fronte; venne ferito due volte e ricevette medaglie al valore. Il 1° aprile 1920fondò il partito nazionalsocialista operaio tedesco (NSDAP), che aveva un programma nazionalista e antiebraico. Organizzò gruppi di combattenti in squadre d’assalto (SA), che raccoglievano, come il fascismo delle origini, gente della più diversa provenienza sociale.
Il putsch della birreria
Nel novembre 1923 organizzo il putsch della birreria di Monaco; con l’aiuto di Ernst Röhm e di Erich Lundendorff cercò di rovesciare il governo, progettando di partire da Monaco per una marcia su Berlino di tipo mussoliniano. Stresseman fece reprimere il movimento insurrezionale; dei cinque anni cui Hitler fu condannato, scontò solo nove mesi.
Il Mein Kampf
Durante la prigionia Hitler scrisse il Mein Kampf: dal punto di vista politico, in questo testo si nota l’aspirazione a conquistare uno spazio vitale per la Germania attraverso l’asservimento dei popoli slavi. Hitler si proponeva di fondare un nuovo Reich, dopo quello medievale e quello guglielmino.
L’ideologia della razza
Il fine ideologico di Hitler era invece la conservazione della purezza razziale: nel Mein Kampf egli ribadisce le differenze fra le razze, ritiene che alcune siano superiori e che abbiano diritto a dominare gli altri popoli. L’antisemitismo era l’espressione più significativa del razzismo hitleriano, laddove gli ebrei, attraverso la diaspora e l’insediamento nelle diverse comunità nazionali, rappresentavano il maggiore pericolo di contaminazione razziale.
I rapporti tra nazismo e fascismo
Il modello fascista
Il nazismo hitleriano guadagnò il potere molto tempo dopo la conquista del governo da parte di Mussolini; Hitler, nella prima fase della sua attività politica, guardò a Mussolini come a un modello e nell’esperienza del fascismo italiano trovò conferma della possibilità di imporre un regime autoritario approfittando del diffuso sentimento antisocialista.
Fascismo e nazismo
Fra i due movimenti esistono senz’altro delle caratteristiche comuni, che si accentuarono quando i due regimi diventarono alleati; sono evidenti comunque anche delle profonde differenze che, in sede storica, non possono essere sottovalutate.
Le analogie tra fascismo e nazismo
Diversi elementi accomunano le esperienze storiche del fascismo e del nazismo: erano entrambi movimenti di massa, che conquistarono il potere legittimati dall’esito elettorale; praticavano un’ideologia nazionalistica ed esaltavano lo Stato forte; tutti e due i movimenti praticarono lo squadrismo e disprezzavano la logica democratica.
Il diverso consenso di massa
Rispetto al forte consenso di massa che ebbero i due movimenti politici, bisogna dire che l’immagine paternalistica e rassicurante che il fascismo diede di sé, dovuta all’abile politica demagogica di Mussolini, totalmente dall’ideologia coerente e spietata coltivata dal nazismo. Il fascismo venne incontro alle preoccupazioni dei ceti moderati e accantonò i principi più rivoluzionari della sua ideologia; il nazismo invece li praticò con assoluta coerenza e fanatismo, ben al di là di quanto avrebbero voluto i conservatori tedeschi.
L’antisemitismo
Ma la differenza più profonda si individua nella pratica dell’antisemitismo: il nazismo nacque razzista e antisemita: i principi fondamentali della sua politica furono la lotta contro il comunismo e la persecuzione contro gli ebrei. Il fascismo italiano, invece, non era antisemita alle origini, ma lo divenne successivamente in seguito all’alleanza con la Germania; non a caso molti ebrei aderirono al fascismo e lo sostennero sin dalle origini.
Da Brüning a Papen
Brüning non seppe opporsi allo squadrismo nazista; ma fu il suo successore, Franz von Papen, nominato nel 1932, a commettere l’errore di fare delle concessioni ai nazisti: impose lo scioglimento del parlamento tedesco, il Reichstag, come il movimento di Hitler aveva richiesto; non ascoltò le opposizioni che chiedevano energiche misure contro la violenza nazista e anzi, nel suo discorso d’investitura, adoperò toni vicini al linguaggio hitleriano.
Confronto con i conservatori italiani
Papen era un nobile cattolico, che commise l’errore già a suo tempo compiuto dai liberali italiani: riteneva di poter utilizzare il nazismo per sconfiggere le forze di sinistra e permettere un dominio più saldo dei conservatori.
L’attività di Hitler
Hitler intanto, riacquistata la libertà, riprese i suoi programmi con maggior lena e decisione. Creò una nuova organizzazione militare più fidata e sicura (le SS –Schutzstaffeln, squadre di protezione) e si circondò di collaboratori spregiudicati: Paul Joseph Goebbels, Herman Göring, Heinrich Himmler. Rafforzò inoltre i legami del suo movimento con la grande industria.
Le elezioni del 1932
Le elezioni del 1932 si conclusero con uno strepitoso successo del partito nazista: 13.745.000 voti e 230 seggi su 608. I nazisti non avevano raggiunto la maggioranza assoluta, ma oramai non era più possibile governare senza di loro.
La tattica di Hitler
Alcuni capi nazisti ritennero auspicabile, a questo punto, stipulare un compromesso con le forze moderate, per non spaventarle; al pari di gran parte dell’opinione pubblica, questi capi ritenevano che il partito avesse raggiunto il più alto risultato possibile e bisognasse sfruttare con oculatezza questa posizione di forza. Hitler si oppose a tali considerazioni e lavorò per una svolta radicale.
Il rifiuto del vice-cancellierato e le successive elezioni
Hitler rifiutò la carica di vicecancelliere offertagli da von Papen; le sue dichiarazioni a proposito sono estremamente significative: “Dopo la marcia su Roma il re non si era limitato a offrire a Mussolini un vicecancellierato, ma gli aveva consegnato tutto il potere”. Von Papen dovette di nuovo sciogliere il parlamento e, nelle elezioni successive, i nazisti persero circa due milioni di voti.
Hitler al governo
Le forze di opposizione però, divise al loro interno, non seppero approfittare di questa perdita di consensi: von Papen rassegnò le dimissioni, il presidente Hindenburg diede a Hitler l’incarico di formare il nuovo governo. Il presidente fu convinto dallo stesso von Papen, diventato vicecancelliere e da altre personalità conservatrici, che si riproponevano di portare il nazismo nei limiti della legalità. Il 30 gennaio 1933 Hitler prestava giuramento come cancelliere.
Il socialfascismo
A favorire Hitler nell’ascesa al potere fu sicuramente la divisione fra Partito Socialdemocratico e Partito Comunista; quest’ultimo rifiutava qualsiasi alleanza con i socialdemocratici, obbedendo allo sciagurato diktat staliniano del socialfascismo, che equiparava i socialdemocratici ai fascisti.
L’incendio del Reichstag
Hitler aveva bisogno però della maggioranza assoluta per governare e indisse le elezioni il 5 marzo 1933. Il 27 febbraio fu data alle fiamme la sede delReichstag: non si riuscirono mai ad accertare le responsabilità, ma la propaganda nazista incolpò i comunisti. Hitler fece firmare dal presidente Hindenburg un decreto per la protezione del popolo e dello Stato.
Le persecuzioni e le elezioni
Con il decreto venivano soppresse tutte le libertà costituzionali; Hitler inoltre organizzò la persecuzione contro i comunisti, che furono arrestati in massa. In questo clima di violenze i nazisti raccolsero 17 milioni di voti, cioè il 48% dell’elettorato; i comunisti, che erano già stati espulsi dal parlamento, non parteciparono. Hitler non aveva la maggioranza assoluta, che raggiunse con l’appoggio del partito conservatore.
DATE:
20/04/1899 : nasce Adolf Hitler a Brannau sull’Inn
01/04/1920 : Hitler fonda il Partito Nazionalsocialista Operaio Tedesco
20/05/1928 : elezioni per il Reichstag: 800.000 voti ai nazisti
11/1923 : putsch della birreria a Monaco
1928 : Hermann Müller Presidente della Repubblica
1929 : Müller dà le dimissioni e viene sostituito da Heinrich Brüning
1930 : elezioni: socialdemocratici primo partito; successo dei nazisti con 6.400.000 voti
1932 : viene nominato cancelliere Franz von Papen
1932 : elezioni per il Reichstag: 13.745.000 voti ai nazisti
30/01/1933 : Hitler prestava giuramento come cancelliere
27/02/1933 : incendio del Reichstag
05/03/1933 : elezioni per il Reichstag: nazisti al 48%
PERSONAGGI:
Hermann Müller – Heinrich Brüning – Adolf Hitler – Ernst Röhm – Erich Ludendorff – Franz von Papen – Paul Joseph Goebbels – Herman Göring – Heinrich Himmler
DOMANDE:
1) Quali erano le cause dell’avanzata della destra nella repubblica di Weimar?
2) Che cosa contestavano le forze di destra alla politica di Hermann Müller?
3) Indica i criteri della politica di Heinrich Brüning.
4) Quale esito ebbero le elezioni del 1930?
5) Fornisci un quadro della crisi economica tedesca dopo il 1929.
6) Sai dire di quanto aumentò il consenso dei nazisti dal 1928 al 1930?
7) In che termini possiamo affermare che l’ascesa della destra è collegata al trattato di pace del 1919?
8) Sintetizza i momenti principali della biografia di Hitler.
9) Che cosa fu il putsch della birreria?
10) Indica i principi fondamentali presenti nel Mein Kampf.
11) Sintetizza l’ideologia della razza espressa nel Mein Kampf.
12) Individua gli elementi comuni fra il fascismo e il nazismo.
13) Indica gli aspetti dell’ideologia nazista non presenti nel movimento di Mussolini.
14) Possiamo considerare identico il consenso di massa di cui goderono il fascismo e il nazismo?
15) Perché l’azione di governo di Franz von Papen fu decisiva per legittimare i nazisti?
16) Proponi un confronto fra l’azione di Papen e quella dei liberali italiani.
17) Che cosa sono le SS?
18) Indica i nomi dei principali collaboratori di Hitler.
19) Ricorda gli esiti delle elezioni del 1932.
20) Quali diverse posizioni si espressero, dopo le elezioni del 1932, nel partito nazista?
21) Precisa i motivi per cui Hitler rifiutò la carica di vicecancelliere.
22) Ricorda i fatti che permisero a Hitler di diventare cancelliere.
23) Che cosa afferma la teoria del socialfascismo e perché facilitò la presa del potere dei regimi fascisti in Europa?
24) Come sfruttò Hitler l’incendio del Reichstag?
25) Che cosa prevedeva il decreto per la protezione del popolo e dello Stato?
26) Quale esito ebbero le elezioni del cinque marzo? in che clima si svolsero?
2. Hitler al potere
La normalizzazione
Il primo problema che Hitler dovette risolvere appena salito al potere fu simile a quello che si trovò di fronte Mussolini una volta nominato capo del governo: limitare l’estremismo squadrista del nazismo, per guadagnarsi la fiducia della classe conservatrice.
Il programma di Röhm
Le elezioni erano state vinte anche grazie al terrore provocato dalle SA di Röhm, il quale pretendeva che si realizzasse una seconda rivoluzione e che le SA prendessero il posto dell’esercito, mettendo da parte i vecchi generali tradizionalisti.
Hitler e l’esercito
L’esercito si mostrò preoccupato e dichiarò di appoggiare Hitler solo nel caso in cui si fosse sbarazzato di Röhm e avesse ridimensionato la forza delle SA. Hitler d’altronde aveva sempre pensato che era impossibile la presa del potere se non in accordo con l’esercito e non aveva la minima intenzione di rischiare la posizione raggiunta opponendosi frontalmente alla classe militare.
La notte dei lunghi coltelli
La notte del 30 giugno 1934 (la notte dei lunghi coltelli) Hitler, avvalendosi delle fedelissime SS, fece uccidere Röhm e i suoi luogotenenti, mentre dormivano all’albergo Hanslbauer a Wiessee, sulle rive del Tegernsee, nei pressi di Monaco. Pare che Hitler sia stato in primo luogo convinto da Göring e da Himmler, capo delle SS.
Il programma politico
Una volta eliminate le SA, Hitler poté dedicarsi definitivamente alla realizzazione del suo programma politico, secondo quanto espresso nel Mein Kampf. In questo Hitler si distinse dagli altri governi fascisti d’Europa: la sua preoccupazione maggiore era quella di realizzare il proprio programma culturale. La Germania da quel momento tornò a mostrare un’immagine di sé aggressiva, simile a quella del periodo guglielmino.
L’abolizione delle libertà costituzionali
Hitler abolì immediatamente tutte le libertà costituzionali: liquidò i partiti d’opposizione, perseguitò gli ebrei, i comunisti, i socialisti e anche i democratici e i cattolici dissidenti. La vita pubblica era violentemente controllata dalle SS e dalla polizia politica, la Gestapo.
L’emigrazione tedesca
L’emigrazione degli intellettuali tedeschi costituì un fenomeno realmente di grande rilevanza: Thomas Mann, Bertold Brecht, Albert Einstein, Walter Gropius, i filosofi della scuola di Francoforte, Ernst Bloch, Walter Benjamin. La maggior parte emigrarono negli Stati Uniti; in alcuni casi, specialmente gli scienziati, contribuirono al progresso nella ricerca nucleare, che si rivelerà decisiva per l’esito della seconda guerra mondiale.
Le leggi razziali
La maggioranza di questi intellettuali erano di origine ebraica fuggivano dalla nuova legislazione antisemita introdotta da Hitler: la prima legge razziale venne emanata nel 1935 e aveva il significativo titolo di legge per la protezione del sangue e dell’onore tedesco; vietava matrimoni e rapporti sessuali fra ebrei e cittadini tedeschi e prevedeva una serie di misure restrittive per i cittadini ebraici.
La notte dei cristalli
La prima persecuzione contro gli ebrei si ebbe nella notte fra il 9 e il 10 novembre 1938, a seguito dell’uccisione di un segretario dell’ambasciata tedesca a Parigi da parte di un esule ebreo. In quella notte, diventata tristemente famosa coma la notte dei cristalli, vennero distrutte sinagoghe, botteghe e abitazioni di ebrei; decine di questi furono uccisi, diverse migliaia arrestati.
Joseph Goebbels
Il principale organizzatore della notte dei cristalli fu Joseph Goebbels il quale ebbe anche il triste merito di riuscire, attraverso un abile azione di propaganda, a ottenere il consenso della maggior parte dei tedeschi al regime nazista; già dal 1928 egli condusse un’intensa azione politica e psicologica sul popolo tedesco e, per le sue qualità, venne nominato nel 1933 ministro della propaganda e dell’informazione.
La politica economica di Hitler
Dal punto di vista economico e amministrativo Hitler riuscì a far superare alla Germania la crisi degli anni ’30; avvantaggiò l’industria pesante attraverso una drastica riduzione delle tasse; impostò una larga politica di lavori pubblici; investì grandi capitali nelle spese di riarmo; organizzò un potente sistema assistenziale. I sindacati furono soppressi e sostituiti con un sistema corporativo, che privilegiava soprattutto gli interessi dei datori di lavoro.
L’accentramento dello Stato
Per conseguire questi risultati Hitler dovette ovviamente abrogare i parlamenti e i governi locali e sostituì al sistema dei Länder un rigido accentramento politico-amministrativo.
La politica di armamento
Hitler iniziò una politica di riarmo, per rendere le forze militari della Germania superiori a quelle delle nazioni confinanti: le enormi spese per gli armamenti determinarono nel 1938 una situazione inflazionistica, dalla quale Hitler ritenne di poter uscire solo con la guerra, adottando un programma di conquista e di rapina nei confronti dei territori confinanti con la Germania.
La politica estera
La politica di riarmo portò che Hitler a modificare sensibilmente la politica estera tedesca: non volle più sottostare agli obblighi dei trattati di pace sottoscritti dalla Repubblica di Weimar e incominciò a riarmare l’esercito e l’aviazione con accorgimenti che impedissero controlli e critiche delle potenze vincitrici.
La reazione degli alleati
Questa politica non sfuggì però alle potenze alleate e allarmò in particolare la Francia; il governo francese cercò un’intesa con Mussolini, che in questo periodo godeva di una stima generale fra le diverse personalità politiche europee, per le sue capacità di mediatore.
Il Patto a Quattro
A Roma, il 7 giugno del 1933, si diede origine al Patto a Quattro, fra Italia, Francia, Germania e Inghilterra; le quattro grandi potenze si impegnavano a prendere accordi su tutte le questioni di interesse comune e a realizzare una politica di pace nel quadro della Società delle Nazioni.
Relazioni fra Italia e Russia
La Russia sovietica guardò con sospetto il patto, dal quale era stata tenuta fuori e pensava ad un accordo infracapitalistico contro il comunismo; proprio per questo Mussolini concluse a Mosca, il 2 settembre 1933, un patto di non aggressione con l’Unione Sovietica.
Le relazioni fra Italia e Stati Uniti
Mussolini si preoccupò inoltre di intessere buoni rapporti con gli Stati Uniti e apprezzò pubblicamente la politica del New Deal; a rafforzare l’amicizia fra i due paesi fu anche la trasvolata atlantica, da Orbetello agli Stati Uniti, compiuta da idrovolanti italiani comandati da Italo Balbo.
Le critiche dell’Italia alla Germania
Nell’ottobre del 1933 la Germania uscì dalla Società delle Nazioni e abbandonò la Conferenza sul Disarmo. Gli sforzi di Mussolini, congiunti a quelli dell’Inghilterra, di arrivare ad un accordo internazionale sul disarmo furono vani. La stampa fascista, al di là di una certa simpatia di base, si mostrò critica verso la Germania nazista, in particolare ironizzò sulla teoria della razza.
Tensione italo-tedesca sull’Austria
Nel 1934 vi fu un momento di grave tensione nei rapporti italo-tedeschi: i nazisti austriaci, nel tentativo di impadronirsi del potere, assalirono a Vienna la sede della cancelleria e ferirono mortalmente il capo del governo Engelbert Dollfuss. Il colpo di mano fu represso e Mussolini inviò al Brennero alcune divisioni, per avvertire la Germania che l’Italia avrebbe difeso l’autonomia dell’Austria anche con la forza.
Il Convegno di Stresa
Dall’11 al 14 aprile si tenne a Stresa un convegno, al quale parteciparono la Francia e l’Inghilterra; venne firmata una dichiarazione comune con la quale si ribadiva la volontà delle tre potenze di garantire l’integrità territoriale dell’Austria.
DATE:
07/06/1933 : Patto a Quattro
02/09/1933 : trattato di non aggressione fra Italia e URSS
10/1933 : la Germania esce dalla Società delle Nazioni
1934 : tentativo di colpo di Stato dei nazisti austriaci
11-14/04/1934 : Convegno di Stresa
30/06/1934 : la notte dei lunghi coltelli
09-10/04/1938 : la notte dei cristalli
DOMANDE
1) Come affrontò Hitler il problema della normalizzazione? nel rispondere, proponi un confronto con l’analoga esperienza mussoliniana.
2) Qual era il programma politico di Ernst Röhm?
3) Perché Hitler non voleva alienarsi il favore dell’esercito?
4) Descrivi quanto avvenne nella Notte dei lunghi coltelli.
5) Per quale motivo l’attività di Hitler al potere si differenzia da quella di altri regimi autoritari?
6) Quali furono i primi provvedimenti presi da Hitler?
7) Quali le leggi razziali?
8) Precisa l’ampiezza e l’importanza dell’emigrazione tedesca.
9) Che cosa avvenne nella notte dei cristalli?
10) Quali responsabilità ebbe Goebbels nel regime nazista?
11) Indica i principali provvedimenti di Hitler per quanto concerne l’economia.
12) Perché Hitler modificò il sistema dei Länder?
13) Quali effetti ebbe la politica di riarmo perseguita da Hitler?
14) Indica le linee di politica estera del regime nazista.
15) Precisa il ruolo internazionale assunto in questo periodo da Mussolini.
16) Quali accordi furono raggiunti con il Patto a Quattro?
17) Ricorda gli accordi diplomatici stipulati dall’Italia con l’Unione Sovietica e con gli Stati uniti.
18) La Germania si mantenne fedele all’accordo firmato a Roma?
19) Come furono i rapporti italo-tedeschi fino al 1936?
20) Dopo avere ricordato il tentativo di colpo di stato nazista in Austria, esponi le conclusioni del Convegno di Stresa.
3. La guerra d’Etiopia e il cambio della situazione internazionale
La fine del prestigio di Mussolini
Poco tempo dopo il Convegno di Stresa, che aveva costituito il momento di più alto riconoscimento internazionale della politica di Mussolini, lo statista italiano mandò all’aria i presupposti di quella politica, aggredendo l’Etiopia e schierandosi contro la Società delle Nazioni.
Perché Mussolini invade l’Etiopia?
Mussolini credeva che il prestigio internazionale da lui guadagnato con la politica di mediazione fra varie potenze inducesse la Francia e l’Inghilterra ad assumere un atteggiamento neutrale nei confronti delle ambizioni coloniali dell’Italia.
L’attività di propaganda
Una campagna propagandista accompagnò anticipò l’impresa militare, con l’intento di screditare il governo di Hailé Selassié, capo dell’Etiopia. Mussolini parlava di paese barbaro e arretrato per il quale era assurdo si muovesse la Società delle Nazioni, di cui pure l’Etiopia era membro; si richiamò poi alla vecchia retorica sulla necessità di trovare un posto al sole per l’emigrazione italiana.
L’anacronismo di Mussolini
L’impresa di Mussolini fu sostanzialmente anacronistica: era possibile infatti realizzare l’egemonia su territori extraeuropei attraverso logiche capitalistico-finanziarie, estranee ai principi del colonialismo ottocentesco; prevalsero invece motivazioni ideologiche di stampo nazionalistico.
La reazione internazionale
L’impresa distrusse tutta la precedente politica diplomatica di Mussolini: la Società delle Nazioni intervenne a difesa dell’Etiopia e la Francia e l’Inghilterra troncarono i rapporti con l’Italia. Mussolini non retrocedette nonostante i lunghi sforzi di mediazione degli inglesi e l’Italia venne condannata in sede internazionale il3 ottobre 1935.
La reazione alle sanzioni
Il 18 novembre 1935 furono applicate le sanzioni economiche, rivelatisi blande e inefficaci; ci furono eclatanti manifestazioni antisanzionistiche, come la raccolta degli anelli nuziali. La nazione si raccolse intorno a Mussolini, per i torti subiti dalla Società delle Nazioni; anche alcuni antifascisti espressero la loro solidarietà; persino il clero dette la sua adesione all’impresa.
L’autarchia
Nel mese di aprile del 1936 venne proclamata l’autarchia economica: il governo decideva di organizzare la produzione in maniera da ridurre al minimo le importazioni dall’estero; fu condotta una rigida disciplina sui consumi e furono accentuati i controlli sulla produzione industriale.
L’occupazione dell’Etiopia
L’occupazione dell’Etiopia si concluse il 5 maggio 1936 con l’occupazione di Addis Abeba da parte delle truppe del maresciallo Badoglio. Venne poi proclamata la nascita dell’Impero e Vittorio Emanuele III aggiunse, al titolo di Re d’Italia, quello di Imperatore d’Etiopia.
Le conseguenze dell’impresa etiopica
Le conseguenze dell’impresa etiopica furono notevolissime, per l’Italia ma anche per l’intera Europa: fu dimostrata l’impotenza della Società delle Nazioni, che non era riuscita a imporre il rispetto del diritto internazionale; si pregiudicarono irreparabilmente i rapporti italo-inglesi e l’economia del fascismo seguì un indirizzo nettamente nazionalista e autarchico.
Hitler occupa la Renania
Di questa situazione approfittò Hitler, il quale, nel corso del conflitto, il 7 marzo 1936, fece occupare la Renania, territorio che, secondo gli accordi di Versailles, avrebbe dovuto rimanere smilitarizzato; dichiarò inoltre estinto il trattato di Locarno, che aveva sancito il riavvicinamento tra Francia e Germania. La Francia e l’Inghilterra rimasero passive e cedettero alla politica aggressiva di Hitler.
La diffusione del fascismo in Europa
Il fascismo si diffondeva intanto in Iugoslavia, con l’uccisione da parte degli ustascia del re Alessandro I; in Romania, dove presero il potere le guardie di ferro; in Ungheria, con il governo del generale Horty e in Polonia, a capo della quale c’era il maresciallo Pilsduski.
Le preoccupazioni dell’Unione Sovietica
La Polonia stipulò nel 1934 un patto di non aggressione con il regime nazista, che destò invece preoccupazioni in Unione Sovietica; Stalin non ignorava i programmi espansionistici verso est descritti nel Mein Kampf e cercò di avvicinarsi alle potenze occidentali.
I trattati internazionali dell’Unione Sovietica
Roosvelt riconobbe l’URSS poco dopo la sua elezione a presidente degli Stati Uniti; il 18 settembre 1934 l’URSS entrava a far parte della Società delle Nazioni; il2 maggio 1935 URSS e Francia stringevano un patto di mutua assistenza militare, in seguito sottoscritto dall’URSS anche con la Cecoslovacchia.
La fine del socialfascismo
L’apertura dell’URSS all’occidente e la necessità di premunirsi in qualche modo dall’aggressività dei vari fascismi, portò fortunatamente alla modificazione della teoria del socialfascismo. Il 25 luglio 1935 si riunì il Comintern e proclamò la necessità delle più larghe alleanze, anche con i socialdemocratici, per difendere la democrazia dall’aggressività fascista.
DATE:
1934 : patto di non aggressione fra Polonia e Germania
18/09/1934 : l’URSS entra a far parte della Società delle Nazioni
02/05/1935 : patto di assistenza militare tra Francia e URSS
25/07/1935 : il Comintern modifica la teoria del socialfascismo
03/10/1935 : l’Italia è condannata dalla Società delle Nazioni
18/11/1935 : sono applicate all’Italia sanzioni internazionali
04/1936 : viene proclamata l’autarchia economica
05/05/1936 : il maresciallo Badoglio occupa Addis Abeba
07/03/1936 : Hitler occupa la Renania
PERSONAGGI:
Hailé Selassie – Vittorio Emanuele Orlano – Arturo Labriola – maresciallo Badoglio – Alessandro I – generale Horty – maresciallo Pilsduski
DOMANDE:
1) Indica i motivi che portarono l’Italia ad avere aspri rapporti politici con la Francia e l’Inghilterra.
2) Quali motivi spinsero Mussolini a invadere l’Etiopia?
3) Era necessario invadere l’Etiopia per esercitare su di essa un’egemonia economica?
4) Come reagì la Società delle Nazioni?
5) Quale effetto ebbero le sanzioni internazionali?
6) Che cosa fu l’autarchia economica?
7) Quando si concluse l’occupazione dell’Etiopia? quale titolo venne aggiunto alla carica di Vittorio Emanuele III?
8) Perché Hitler invase la Renania? quale fu la reazione delle potenze occidentali?
9) Indica gli Stati europei in cui si imposero regimi fascisti.
10) Quale fu la reazione dell’URSS al patto polacco-tedesco?
11) Indica i principali accordi internazionali sottoscritti dall’Unione Sovietica.
12) Perché il Comintern modificò la dottrina del socialfascismo?