Nietzsche
CAPITOLO DECIMO
Friedrich Nietzsche (1844 – 1900)
L’importanza di Nietzsche nella storia della filosofia
Friedrich Nietzsche sconvolge, attraverso il proprio pensiero, la disciplina filosofica, in quanto si propone un assoluto rinnovamento del pensiero speculativo, sulla base di un giudizio che definisce una menzogna l’intera storia della filosofia da Socrate al XIX secolo.
Contestazione dei principi filosofici tradizionali
In particolare, Nietzsche contesta tutte le categorie filosofiche tradizionali che, nelle pur mutate correnti filosofiche, hanno orientato nei secoli la riflessione della cultura occidentale; le certezze speculative della disciplina, care a tutto il mondo accademico, sono da Nietzsche private di qualsiasi senso e valore, tanto da richiedere una completa rifondazione rispetto ai tradizionali modi di interpretare il mondo.
Il passaggio dall’800 al ‘900
Con Nietzsche entra in crisi tutta la filosofia sviluppatasi nel corso del XIX secolo; secondo il filosofo, è proprio in questo secolo che la “menzogna” della filosofia ha raggiunto i suoi vertici, per cui diventa urgente un superamento del pensiero tradizionale. Nietzsche è il filosofo che segna il passaggio dalla filosofia ottocentesca, ancora convinta dell’infallibilità di alcune obsolete categorie, a quella del Novecento, conscia della crisi definitiva del sapere metafisico.
Il nichilismo
Si ritiene Nietzsche il fondatore del nichilismo, una concezione filosofica che intende negare il valore di qualsiasi sistema che abbia una presunzione universalistica; e, in pratica, Nietzsche arriva a contestare l’intero percorso della filosofia occidentale.
Caratteri del nichilismo
Sarebbe errato, però, intendere il nichilismo come una corrente filosofica al pari di altre; il pensiero di Nietzsche è troppo molteplice e variabile per poter essere irrigidito in una “scuola” di pensiero. E’ meglio intendere l’espressione nichilismo come un atteggiamento di fondo che Nietzsche mantiene in ogni momento della sua attività filosofica e che prevede comunque diverse svolte, in qualche caso fra loro nettamente in contrasto.
La crisi del positivismo
La filosofia di Nietzsche non potrebbe essere compresa se non alla luce della “crisi del positivismo”, che investe l’Europa alla fine dell‘800, non solo in ambito filosofico. Come si era accennato nel capitolo precedente, il positivismo fallisce da due punti di vista: da una parte si dimostra incapace di spiegare, attraverso la propria impostazione metodologica, il mondo dello psichico; dall’altra tende, contraddicendo i propri principi, a fondare ulteriori costruzioni metafisiche.
Il rifiuto del positivismo
Le conseguenze di questo fallimento saranno avvertite con drammaticità dai diversi ambienti intellettuali e Nietzsche ne è forse l’espressione più consapevole e radicale, poiché nei suoi scritti il disprezzo per qualsiasi convinzione “positiva” assume un tono da invettiva, quasi violento.
Il contesto storico
Non possiamo dimenticare, se vogliamo comprendere in maniera adeguata la complessa personalità di Nietzsche, il contesto storico in cui il filosofo agisce, quello della Germania bismarkiana. Vi prevaleva una cultura politica estremamente conservatrice, dove anche il liberalismo moderato veniva criticato quale radicale principio economico.
Il nazionalismo germanico
E’ anche il momento in cui la Germania raggiunge la propria unità politica e il potere imperiale si consolida sulla base di un forte sentimento nazionalista. La posizione di Nietzsche, rispetto a questa cultura politica, non è esplicita e ha diviso quindi le interpretazioni degli studiosi: da una parte egli è sicuramente distante dal conformismo conservatore, che giustificava il proprio potere con rozze argomentazioni di carattere dogmatico; dall’altra Nietzsche ne condivide, in alcuni casi, particolari prese di posizione (p.es. la critica al liberalismo), da un’ottica però notevolmente più complessa.
Lo stile letterario di Nietzsche
Le opere di Nietzsche, oltre ad avere una fondamentale importanza nella storia della filosofia, sono uno straordinario esempio di qualità letteraria. Come accade quasi sempre in filosofia, però, lo stile di scrittura non è solo un’aggiunta qualitativa al contenuto del testo, ma è espressione di quello stesso contenuto.
Il rapporto fra stile letterario e pensiero filosofico
Se prendiamo come esempio gli autori sinora svolti, notiamo come il loro stile di scrittura sia aderente alle proprie convinzioni filosofiche: il razionalismo kantiano si riflette in una scrittura complessa ma, nello stesso tempo, impostata secondo criteri di consecutività logica inoppugnabili; la filosofia idealistica presenta invece un linguaggio di maggiore difficoltà, perché sulla concretezza delle determinazioni prevale la dimensione dell’astratto; un pensiero positivista non può che prediligere una trattazione sistematica, in cui le diverse parti si distinguono con evidente chiarezza; un linguaggio vicino all’espressione letteraria lo troviamo invece in parte nei testi di Schopenhauer ma, soprattutto, nelle opere di Kierkegaard, dove la dimensione esistenziale favorisce un linguaggio meno arido e più attento alle sfumature psicologiche.
La scrittura di Nietzsche
Nietzsche scrive in uno stile notevolmente raffinato: rispetto alla tradizionale prosa filosofica, però, il linguaggio di Nietzsche, si allontana dalla normale razionalità logica e utilizza, invece, metafore e immagini, descritte a volte con una tonalità invasata, vicine allo stile della letteratura profetica.
L’aforisma
In alcune opere Nietzsche ha utilizzato l’aforisma, cioè una massima o sentenza breve: l’aforisma afferma una verità senza giustificarne i motivi, possiede quasi il carattere di una sentenza, di una folgorazione improvvisa che vale solo per il presente.
Scrittura antisistematica
E’ evidente che sia il linguaggio prosastico sia l’aforisma, riflettono in Nietzsche l’atteggiamento antisistematico, negatore della precedente tradizione filosofica; la scrittura di Nietzsche è l’unica forma espressiva rimasta alla filosofia dopo il radicale rifiuto di tutte le categorie che hanno caratterizzato per secoli il pensiero occidentale.
Lo studio di Nietzsche
Lo studio del pensiero di Nietzsche può dare origine a opposte valutazioni: da una parte alcuni ne apprezzano la scrittura non trattatistica e emotivamente coinvolgente; nello stesso tempo, però, può essere difficile estrarre, da questi passi, valutazioni di carattere filosofico, da esprimere con la stessa competenza argomentativa e concettuale dimostrata per le filosofie precedentemente studiate.
Consigli per lo studio
E’ necessario schematizzare comunque i vari momenti della riflessione nietzschiana, pur avendo presente che tale schema non potrà avere lo stesso valore di quelli utilizzato per studiare il pensiero di Hegel. Lo schema -come del resto la struttura del presente capitolo- propone solo una serie di riflessioni contenenti, sicuramente, alcune caratteristiche comuni, di cui però non è sempre esplicito il legame.
Le diverse interpretazioni del pensiero di Nietzsche
La difficoltà di interpretazione propria del pensiero di Nietzsche si riflette, d’altronde, nelle diversissime valutazioni che sul suo pensiero sono state offerte dagli studiosi. In particolare la figura di Nietzsche è stata volgarmente strumentalizzata e questo ha portato a una valutazione superficiale del suo pensiero.
Nietzsche e il nazismo
In particolare la sorella del filosofo, Elizabeth, che ebbe una relazione con un gerarca nazista, falsificò l’immagine e la biografia del filosofo in maniera da renderla coerente alla mitologia della razza propria del regime hitleriano; questo, nonostante i passi in cui Nietzsche si mostra critico nei confronti del pangermanesimo e dell’antisemitismo.
Nietzsche autoritario o libertario?
Al di là di questa palese volgarizzazione del suo pensiero, è sempre vivo il dibattito sulla qualità specifica del pensiero di Nietzsche: per alcuni nelle sue opere si manifesterebbe uno slancio libertario, negatore di qualsiasi atteggiamento conformista; per altri, invece, non si può negare la presenza, nel pensiero di Nietzsche, di una certa forma di autoritarismo, quale soluzione possibile della crisi dell’uomo contemporaneo.
ESPRESSIONI SIGNIFICATIVE
Nichilismo – Crisi del positivismo – Stile letterario e pensiero filosofico – Aforisma – Scrittura antisistematica
DOMANDE
1) Precisa il ruolo che Nietzsche assegna a se stesso nella storia della filosofia.
2) Quale aspetto contesta della filosofia tradizionale?
3) Per quale motivo, con il pensiero di Nietzsche, si realizza il passaggio dalla filosofia dell’800 a quella del ‘900?
4) Precisa il significato di nichilismo.
5) In che misura la crisi del positivismo agisce sul pensiero di Nietzsche?
6) Precisa il contesto storico in cui Nietzsche opera.
7) Quali sono le caratteristiche dello stile letterario di Nietzsche?
8) Definisci l’aforisma.
9) Perché Nietzsche lo usa?
10) Proponi una personale considerazione sui rapporti fra il pensiero filosofico e lo stile letterario che lo esprime.
11) Quali diverse interpretazioni sono state offerte del pensiero di Nietzsche?
12) Quali pesanti responsabilità porta la sorella del filosofo, Elizabeth?
Le fasi della filosofia di Nietzsche
Nei manuali di storia della filosofia si propone spesso una divisione della filosofia di Nietzsche in “fasi”, ciascuna delle quali manifesterebbe una svolta nell’itinerario del filosofo. Non sempre queste fasi coincidono nelle diverse esposizioni manualistiche, proprio perché la filosofia di Nietzsche, antisistematica, tende a rifuggire da rigide schematizzazioni.
La struttura del presente capitolo
Si è preferito, per facilitare un’operazione di ripasso che non contraddica l’esposizione del manuale, non utilizzare questa divisione in periodi determinati: si farà invece riferimento a singole importanti opere del filosofo e si valuteranno, di volta in volta, le svolte rilevanti realizzano.
La Nascita della tragedia
La Nascita della tragedia, pubblicata nel 1872, è la prima grande opera di Nietzsche e vi si manifesta un violento spirito antiaccademico.
La filologia
Nietzsche, infatti, era in origine un filologo e, in questo testo, si dedica a uno degli argomenti in assoluto più importanti per la scienza della filologia. Lo affronta però secondo un’ottica totalmente estranea al rigore scientifico della disciplina.
L’opposizione di Wilamowitz
Il più grande filologo del tempo, Wilamowitz, contestò con energia il lavoro di Nietzsche e, dal suo punto di vista, si può dire che aveva ragione. Non comprese però come l’approccio di Nietzsche al tema era completamente opposto a quello filologico, in quanto l’autore individuava nella tragedia la stessa immagine dell’essere, cioè il principale oggetto della ricerca filosofica..
L’antiaccademismo di Nietzsche
Questa polemica è però straordinariamente indicativa poiché pone Nietzsche subito in aperto contrasto con la cultura accademica e configura la sua filosofia come una dottrina dirompente, destinata a sconvolgere l’intero mondo della cultura e a essere l’emblema di una crisi fra le più profonde attraversate dall’umanità nella sua storia.
L’anticlassicità di Nietzsche
La considerazione con cui Nietzsche apre l’opera si rivela paradossale: la decadenza dell’età moderna non si giustifica in seguito alla sua inferiorità rispetto all’epoca classica, bensì proprio per il suo derivare direttamente da quest’ultima.
L’apollineo
Il modello classico viene indicato da Nietzsche con il concetto di apollineo: con questo termine il filosofo intende l’armonia, la proporzionalità e l’equilibrio con cui da sempre si è identificata l’estetica classica.
Il dionisiaco
All’apollineo Nietzsche contrappone l’esperienza del dionisiaco, tendenza al superamento del limite, all’ebbrezza e all’eccesso. I riferimenti culturali citati da Nietzsche per definire il dionisiaco sono molteplici: i riti dionisiaci, oppure l’arte della musica, in particolare come l’aveva interpretata Schopenhauer.
La tragedia
La tragedia, secondo Nietzsche, è l’esperienza estetica in cui si realizza una perfetta sintesi fra i due momenti, destinata di lì a poco a infrangersi. Nella tragedia è presente l’aspirazione verso l’infinito, la radicalità della natura umana che cerca di affermarsi in modo assoluto,
I contenuti della tragedia
La tragedia tematizza il mondo del dionisiaco e ne descrive il conflitto con le norme istituzionali; la grandezza del poeta tragico sta nel riuscire a rendere in forma “bella” questo dilacerante conflitto ed esprimerne l’ineluttabilità.
La decadenza della tragedia
La grandezza della tragedia si esprime nelle opere di Eschilo e di Euripide, ma già con il terzo tragico della tradizione, Euripide, comincia la sua fase di decadenza: egli infatti tende ad attenuare il contenuto drammatico ricercando un’impossibile conciliazione fra i due momenti.
Socrate
Il tentativo razionale di negazione del dionisiaco avviene con Socrate: alla tragicità dell’esistenza e all’inevitabilità delle pulsioni Socrate contrappone l’ottimismo della ragione, la fiducia in un ordinamento politico stabile in antitesi all’impetuosa passionalità dell’individuo.
Il socratismo
Questa svolta socratica ha condizionato, secondo Nietzsche, l’intera storia della filosofia occidentale e causato la sua decadenza. Con l’espressione socratismoNietzsche intende proprio l’istanza di razionalità che ha percorso tutto il pensiero occidentale, censurando e opprimendo la spontaneità del dionisiaco.
Recuperare il dionisiaco
La missione storica che Nietzsche si è prefisso e quella di liberare la dimensione del dionisiaco rifiutando tutti quei valori razionali del socratismo su cui si fonda la cultura occidentale.
L’esempio di Schopenhauer
Nietzsche, in questa prima opera, identifica ancora il concetto di dionisiaco con quello di volontà, teorizzato da Schopenhauer: entrambi infatti rappresentano uno slancio cieco e irrazionale, l’energia vitale che comporta la creazione di forme ma anche la loro distruzione, l’eccesso positivo e negativo.
Il valore ontologico della tragedia
E’ possibile a questo punto precisare l’importanza della tragedia per Nietzsche, inconcepibile per i filologi che lo criticarono: la tragedia rappresenta la più compiuta immagine della realtà, poiché esprime l’energia irrazionale del dionisiaco (volontà), nel suo scontrarsi e superare le forme determinate dell’esistenza.
La priorità della dimensione estetica
La dimensione dell’arte è per Nietzsche capace di rivelare meglio il reale nella sua sostanziale irrazionalità; su quest’assunto si spiega il grande interesse del filosofo per l’opera di Schopenhauer e per la musica di Richard Wagner.
ESPRESSIONI SIGNIFICATIVE
Filologia – Tragedia – Antiaccademismo – Anticlassicità – Apollineo – Dionisiaco – Socratismo – Valore ontologico della tragedia
DOMANDE
1) Spiega i motivi per cui La nascita della tragedia fu criticata da molti accademici.
2) Sai indicare perché l’impostazione di Nietzsche è “filosofica” e non “filologica”?
3) Quali motivi adduce Nietzsche per spiegare la decadenza dell’età moderna?
4) Definisci l’apollineo…
5) e il dionisiaco.
6) Quale importanza ebbero, per Nietzsche, le personalità di Schopenhauer e Wagner?
7) Quale rapporto esiste, nella tragedia, fra apollineo e dionisiaco?
8) Spiega perché la tragedia realizza la sintesi fra apollineo e dionisiaco.
9) Quando inizia la decadenza della tragedia?
10) Riprendi il ruolo storico assegnato da Nietzsche alla personalità di Socrate.
11) Che cos’è il socratismo?
12) Che cosa si propone di realizzare Nietzsche con la propria attività filosofica?
13) Cogli l’identità fra dionisiaco e volontà.
14) Perché la tragedia acquista, in Nietzsche, un valore ontologico?
La riflessione sulla storia
La successiva grande opera di Nietzsche s’intitola Sull’utilità e il danno della storia per la vita, conosciuta come la seconda delle Considerazioni inattuali, quattro saggi in cui il filosofo si pone in contrasto con alcuni principi della cultura tedesca.
L’inattualità di Nietzsche
Il titolo di questi saggi è significativo poiché Nietzsche si dimostra consapevole della propria posizione isolata; il suo pensiero sarebbe “inattuale” in quanto anticiperebbe intuizioni che l’accademismo filosofico non vuole riconoscere, ancorandosi alle false certezze della tradizione.
La critica allo storicismo
Uno dei più rilevanti concetti della filosofia tedesca dell’800 che Nietzsche si propone di demolire è lo storicismo, cioè l’interpretazione dell’esperienza umana alla luce dell’evoluzione del progresso storico; esempi di filosofia storicista sono, per esempio, le filosofie di Hegel e di Marx.
Lo storicismo nega la vita
Secondo Nietzsche, una concezione storicista non rispecchia la vita nella sua spontaneità dionisiaca, in quanto vuole forzarne il senso in uno schema predeterminato. Nietzsche non nega in maniera assoluta la dimensione della storia, ma ritiene che essa debba essere limitata, per evitare che si ponga in contrasto con l’autentico fluire dell’esistenza.
Tre modelli di storia
Nella seconda Considerazione inattuale Nietzsche propone tre modelli di storia, che manifestano ciascuno una diversa sensibilità nei confronti degli eventi umani: la storia antiquaria, la storia monumentale e quella critica.
La storia antiquaria
La storia antiquaria si fonda sul culto del passato, cui si ricollega il presente; rappresenta la tradizione, le radici della propria cultura ed è propria di una mentalità conservatrice, incapace di guardare in avanti.
La storia monumentale
La storia monumentale è invece orientata verso il futuro, in quanto si propone di testimoniare nel futuro la propria potenza, rappresentata da costruzioni di spropositata grandezza.
La storia critica
La storia critica è invece rivolta al presente, poiché ritiene che il passato non vada accettato di per sé, ma criticato per poter agire non in modo passivo, ma secondo criteri originali. La storia critica evita la rassegnazione, in quanto nel passato coglie degli aspetti che possono, attraverso l’azione, essere realizzati nel futuro.
Utilità della storia
Nietzsche non intende abolire la storia, ma esclusivamente subordinarla alla vita; la dimensione storica deve cioè giustificare e stimolare la vitalità umana e non soffocarla in orizzonti prestabiliti.
ESPRESSIONI SIGNIFICATIVE
Inattualità – Storicismo – Storia antiquaria – Storia monumentale – Storia critica
DOMANDE
1) Perché Nietzsche giudica le proprie riflessioni “inattuali”?
2) Proponi una definizione di storicismo e indica le critiche ad esso rivolte da Nietzsche.
3) Riprendi i tre modelli di storia teorizzati da Nietzsche e indicane le rispettive caratteristiche.
4) In quali limiti è utile, secondo Nietzsche, la storia?
Il distacco da Schopenhauer e Wagner
Una prima svolta nel pensiero di Nietzsche si realizza con il distacco del filosofo da Wagner e da Schopenhauer. Egli infatti non ritiene più l’espressione estetica come rivelativa dell’esistenza e inaugura un nuovo modo d’interpretazione della realtà, da alcuni denominato neo-illuministico
Il neo-illuminismo
Non si deve pensare che l’espressione neo-illuminismo indichi un rivolgersi di Nietzsche verso i principi della scienza positivistica; il proposito del filosofo, invece, rimane lo stesso: negare qualsiasi verità dogmatica che si oppone al fluire spontaneo e irrazionale della vita.
Smascherare la metafisica
Nietzsche intende invece rivelare il carattere mistificante della metafisica, dimostrando come la sua universalità si giustifica invero sulla base di concreti interessi umani.
Umano, troppo umano
E’ questo l’argomento dello scritto Umano, troppo umano, pubblicato da Nietzsche nel 1878. Il fondamento delle dottrine universalistiche non sta nel contenuto di verità da esse posseduto, ma unicamente nella natura intellettuale dell’uomo che è portata, senza alcuna reale giustificazione, a elaborare tali teorie. Queste, lungi dal rappresentare la verità, sono testimonianza della debolezza umana e del suo vano tentativo di elevarsi a dimensioni conoscitive cui non può accedere.
L’interesse individuale
Dietro qualsiasi presunzione universalistica vi è sempre un’individualità concreta che per motivi diversi (debolezza, volontà di sopraffare, desiderio di potere) afferma di essere depositaria di una verità universale, in realtà inesistente.
Rifiuto della metafisica
Nietzsche rifiuta così, in un sol colpo, tutta la tradizione metafisica e può, con una sola motivazione, delegittimare le pretese di verità del romanticismo, dell’idealismo, del materialismo e del positivismo. Qualsiasi verità che si concepisca come assoluta (religiosa, morale, scientifica) è da rifiutare poiché priva di fondamento.
La morte di Dio
Nell’opera La gaia scienza, Nietzsche proclama la morte di Dio; ad annunciarla è l’uomo folle, altra simbolica figura espressa dalla genialità di Nietzsche, a testimoniare l’inattualità della sua filosofia.
Che cosa significa la “morte di Dio”
Con l’espressione “Dio è morto” Nietzsche non intende esprimere una posizione teologica, ma indicare la fine di quell’inganno costituito dalle verità assolute. L’uomo è diventato cosciente del carattere mistificante di ogni pretesa di assolutezza e sa che ormai egli deve proseguire la sua esistenza senza potersi riferire ad alcuna forma di certezza.
Valore metaforico della divinità
“Dio” non indica dunque solo l’oggetto di culto del sapere religioso, ma qualsiasi verità filosofica, scientifica o morale, che pretende di risolvere in sé la pluralità del mondo.
Il valore positivo e negativo del nichilismo
Con la morte di Dio si realizza compiutamente l’esito nichilistico della filosofia di Nietzsche, da intendersi non solo nel senso negativo di perdita di sicurezza, ma anche in quello positivo di acquisizione di possibilità: l’uomo dell’epoca nichilistica, infatti, può liberarsi da tutti quei legami che gli impedivano di agire in piena libertà e mortificavano il suo slancio vitale.
La critica alla morale
Nietzsche si scaglia in particolare contro tutte le dottrine morali, il cui scopo è quello di frenare la spontaneità della vita e asservire la volontà dell’uomo. A questo proposito, è particolarmente rilevante l’opera Genealogia della morale, pubblicata nel 1887.
Il metodo genealogico
Il metodo genealogico altro non è che la rivelazione del carattere mistificatorio della morale che, pur presentandosi come principio rispettoso delle esistenze individuali, è un puro strumento di dominio.
Il cristianesimo
Simbolo di quella che Nietzsche chiama “morale da schiavi” è il cristianesimo, il cui Dio è considerato dal filosofo un “Dio degli infermi”. La morale cristiana si fonda infatti sull’asservimento dell’individuo, poiché gli impone di rinunciare alla sua natura espansiva e irrazionale, in altre parole ai suoi desideri.
Differenza da Schopenhauer
Possiamo notare un ulteriore motivo di distacco dal pensiero di Schopenhauer: in quest’ultimo, infatti, l’energia vitale era in sé qualcosa di negativo, che l’uomo doveva cercare di negare; in Nietzsche l’irrazionalità della vita, anche nei suoi aspetti eccessivi, diventa una realtà positiva che l’uomo deve accettare in tutta la sua pienezza.
Il modello morale di Nietzsche
In quello che probabilmente è il capolavoro di Nietzsche, Così parlò Zaratustra, pubblicato nel 1891, il filosofo sintetizza la sua interpretazione dell’esistenza: accettare con fierezza la dimensione terrena della vita ed evitare di fuggire tutto ciò che avvertiamo caratteristico della nostra natura.
Zaratustra
Zaratustra rappresenta la personalità profetica giunta a sconvolgere il mondo, con il suo pensiero distruttivo nei confronti del sapere tradizionale; rappresenta l’immagine dello stesso Nietzsche, la cui filosofia è destinata a delegittimare totalmente tutta la tradizione del pensiero occidentale.
ESPRESSIONI SIGNIFICATIVE
Rifiuto della metafisica – Rifiuto della morale – Metodo genealogico – Morale cristiana –
DOMANDE
1) Spiega il motivo del distacco di Nietzsche da Schopenhauer e Wagner.
2) Che cosa s’intende per atteggiamento neo-illuminista di Nietzsche?
3) Che cosa si propone Nietzsche nei confronti della metafisica?
4) Sintetizza il contenuto di Umano, troppo umano.
5) Che cosa si cela dietro l’apparente universalità della metafisica?
6) Interpreta correttamente l’espressione di Nietzsche “Dio è morto”.
7) Indica il valore negativo e quello positivo del nichilismo.
8) Che cosa s’intende per metodo genealogico?
9) Quale modello di vita propone Nietzsche?
10) Proponi un’interpretazione della figura di Zaratustra.
Il compito dell’uomo
Una volta negata l’esistenza di una verità oggettiva, all’uomo non resta che accettare la propria vita in tutta la ricchezza delle sue manifestazioni; ogni individuo dice sì entusiasticamente all’energia vitale che lo costituisce e si propone di soddisfarla.
Il punto di vista
L’unico punto di vista sul quale si può orientare la propria esistenza è quello individuale, che agisce seguendo la propria personale natura. Il mondo non è dunque altro che la pluralità di punti di vista differenti, ciascuno dei quali interpreta secondo criteri particolari l’ambiente circostante.
Punto di vista e totalità
Ogni individuo osserva il mondo da un suo particolare punto di vista; non esiste di conseguenza un’universalità, poiché ogni individuo interpreta la totalità alla luce della sua dimensione soggettiva. Questo relativismo proprio delle diverse interpretazioni del mondo, ricondotte all’esperienza particolare del soggetto, è una delle riflessioni di Nietzsche che la filosofia del ‘900 accoglierà con maggiore interesse.
Il superuomo
Il superuomo è allora l’uomo nuovo che si origina in seguito alla caduta di tutti i valori; è l’individuo che accetta la propria vita e intende soddisfare la propria volontà di esistere; egli non vuole realizzare ideali, non si prefigge scopi ulteriori all’affermazione di se stesso nel mondo.
La volontà di potenza
La volontà di potenza è l’energia che il superuomo esprime nel suo tentativo di autoaffermazione; egli, rinunciando a qualsiasi certezza, accetta la vita in tutte i suoi aspetti, anche i più terribili, perché pure in questi si manifesta la ricchezza e l’eccesso di vita.
L’estremismo di Nietzsche
Derivano da questa concezione alcune immagini fastidiose elaborate da Nietzsche e che sono state facilmente strumentalizzate; sono contenute nell’ultima opera del filosofo, La volontà di potenza, pubblicata postuma.
Il fraintendimento del superuomo
E’ stato facile così, per alcuni, strumentalizzare il pensiero di Nietzsche a fini ideologici; è evidente però che nell’espressione superuomo non si intende una volontà di sopraffazione, ma si sottolinei la novità che la caduta dei valori ha prodotto nella coscienza umana. Alcuni, per evitare equivoci, hanno proposto la traduzione del tedesco Übermensch con l’espressione oltreuomo.
ESPRESSIONI SIGNIFICATIVE
Punto di vista – Superuomo – Volontà di potenza
DOMANDE
1) Perché, secondo Nietzsche, la totalità può darsi solo da un punto di vista individuale?
2) Illustra il concetto di superuomo?
3) Definisci la volontà di potenza.
4) Individua i caratteri ambigui del concetto di superuomo, che sono stati oggetto di strumentalizzazione.
L’eterno ritorno
L’eterno ritorno è un concetto che afferma l’identico ripetersi degli eventi e costituisce l’affermazione che il mondo fa di se stesso.
Ambiguità del concetto
Il concetto di eterno ritorno potrebbe sembrare, nel contesto del pensiero nietzschiano, una contraddizione: sembra infatti riproporre una considerazione metafisica del mondo, che irrigidisce la spontaneità del divenire in uno schema universalistico.
Il valore non metafisico dell’eterno ritorno
E’ un errore, però, interpretare questa teoria di Nietzsche come una dottrina metafisica. Bisogna invece coglierne l’assoluta coerenza con l’impostazione antisistematica e antimetafisica del filosofo.
L’affermazione della vita
Il mondo infatti non si ripete per una necessità logico-razionale, ma per affermare proprio la spontaneità della vita. Se, con la caduta dei valori, l’uomo non può che accettare la vita in tutti i suoi eccessi, l’eterno ritorno dell’eguale altro non è che l’autoaffermarsi della vita stessa.
ESPRESSIONI SIGNIFICATIVE
Eterno ritorno
DOMANDE
1) Illustra il concetto di eterno ritorno.
2) Perché la teoria dell’eterno ritorno non va interpretata come una dottrina metafisica?