La fenomenologia di Husserl
CAPITOLO TREDICESIMO
EDMUND HUSSERL (1859 – 1938)
LA FONDAZIONE DELLA FENOMENOLOGIA
Difficoltà della filosofia di Husserl
La fenomenologia, una delle principali correnti filosofiche del Novecento, fondata da Edmund Husserl, è probabilmente l’argomento di maggiore complessità fra quelli dell’ultimo anno di corso. In ragione di questa difficoltà, alcuni docenti ne scarificano la trattazione, pur essendo la fenomenologia argomento fondamentale per comprendere alcuni passaggi della filosofia del nostro secolo.
Confronto con Heidegger
Nel prossimo capitolo, esamineremo il pensiero di Martin Heidegger, il principale allievo di Husserl. Anche in quel caso ci troveremo di fronte a un linguaggio particolarmente complesso e elaborato; in Heidegger, però, la complessità linguistica esprime un significato concettualmente accessibile, per cui, memorizzate alcune espressioni fondamentali, è possibile comprendere ed esporre con esattezza il suo pensiero.
Linguaggio e filosofia di Husserl
In Husserl, invece, la complessità linguistica corrisponde a una estrema difficoltà sul piano concettuale, per cui è molto più difficile comprendere in maniera adeguata il suo pensiero.
L’esposizione del presente capitolo
Si cercherà, in questa valutazione sintetica del pensiero di Husserl, di rendere accessibili le sue riflessioni; d’altra parte, invitiamo gli studenti a non scoraggiarsi se, a prima lettura, la filosofia di Husserl appare incomprensibile. Dietro l’astrusità dei concetti, infatti, il pensiero di Husserl è strutturato secondo una estrema rigorosità logica; se si continuano testardamente a rileggere le sue proposte filosofiche, si finisce per comprenderne il nucleo razionale e a padroneggiarle con sicurezza.
La crisi della metafisica
La fenomenologia si inserisce nell’orizzonte di crisi dell’Europa all’inizio del secolo. Dal punto di vista filosofico, la crisi era dovuta al crollo degli ideali positivistici e alla constatazione che la filosofia, nel corso dei secoli, non era riuscita a raggiungere alcuna forma di verità.
Nietzsche e Freud
Si è già descritta questa situazione a proposito dei pensieri di Nietzsche e Freud: nel primo si avverte con estrema drammaticità la fine della filosofia tradizionale e il crollo di tutti i valori; il secondo distrugge la fiducia nell’Io, caratteristica della modernità dai tempi di Cartesio e pone l’intellettuale del XX secolo di fronte alla precarietà della propria coscienza.
La fenomenologia
Le maggiori proposte filosofiche del Novecento possono tutte essere intese, pur nella loro fondamentale diversità, come volontà di reagire alla crisi della metafisica e come tentativo di proporre un criterio di verità che non abbia le caratteristiche assolutistiche e universalistiche proprie delle filosofie dogmatiche. Anche la fenomenologia, ovviamente, è espressione di questi tentativi.
Husserl e la matematica
Edmund Husserl, il fondatore della fenomenologia, inizia la sua attività filosofica inserendosi nel dibattito, diffuso negli ultimi anni del XIX secolo, sui fondamenti della matematica. Non è un caso che, in un periodo in cui si viveva drammaticamente la crisi del positivismo, ci si interrogasse sui fondamenti dell’unica disciplina che garantiva certi criteri di verità certi.
Husserl e il positivismo
Husserl rifiuta l’assolutizzazione dei principi fisico-matematici operata dal positivismo nei confronti della sfera psicologica e, conseguentemente, ritiene in qualche modo necessaria la crisi dei suoi principi, Rifiuta però, contemporaneamente, la deriva irrazionalistica che, in conseguenza alla crisi del positivismo, aveva investito gran parte del pensiero filosofico.
Husserl e la scienza
E’ giusto, secondo Husserl, che la scienza non si applichi a fenomeni irriducibili al metodo fisico-matematico; deve però essere ribadita l’esigenza di una comprensione razionale anche delle esperienze che non costituiscono oggetto di ricerca scientifica.
Superamento del metodo scientifico
Husserl deve allora concepire un criterio di spiegazione razionale, capace di analizzare quella sfera dell’esperienza che sfugge all’applicazione scientifica; è’ evidente che deve trattarsi di un procedimento analitico altrettanto rigoroso, pur non vincolato da criteri di tipo quantitativo.
Importanza del dibattito sulla matematica
Il dibattito sulla matematica, che coinvolse diversi celebri intellettuali tedeschi della fine del XIX secolo e al quale partecipò il giovane Husserl, è molto importante perché pone il problema dei fondamenti della razionalità: su che cosa si fonda la verità dei procedimenti matematici?
Psicologismo e logicismo
Dal dibattito emergevano due distinti punti di vista, lo psicologismo e il logicismo: il primo ritiene che i concetti aritmetici fondamentali (numero, molteplicità, ecc.) trovano origine in atti psichici corrispondenti; il secondo sottolinea l’indipendenza logica del concetto matematico, evidenziando l’oggettività del suo contenuto.
La posizione di Husserl
All’inizio Husserl sembra oscillare fra le due posizioni, come testimoniano le due opere Filosofia dell’aritmetica (1891) e Ricerche logiche (1900); in realtà Husserl non è pienamente convinto da nessuna delle due interpretazioni e ricerca una forma di comprensione dei fondamenti che vada al di là dello psicologismo e del logicismo.
Brentano e l’intenzionalità
La soluzione prospettata da Husserl si richiama al pensiero di uno studioso cui il filosofo era fortemente legato: Franz Brentano. Ciò che interessa Husserl della sua dottrina è il concetto di intenzionalità, intesa come la caratteristica fondamentale della coscienza, in quanto sempre diretta verso un oggetto immanente.
Il carattere intenzionale della coscienza
In altre parole ogni atto di coscienza, cioè qualsiasi fenomeno psichico, è inconcepibile senza un oggetto cui si riferisce; se esiste una coscienza è sempre, secondo Brentano, coscienza di qualcosa. La psicologia umana, di conseguenza, è sempre riferita ad un oggetto immanente, ossia esistente nella sfera di esperienza del soggetto.
Il superamento di psicologismo e logicismo
Il concetto di Intenzionalità risolve, a parere di Husserl, il problema del senso, in quanto individua nella conoscenza una correlazione inevitabile fra soggetto e oggetto, fra coscienza e suo riferimento intenzionale. La verità, allora, non sta solo nel soggetto (psicologismo), né solo nell’oggetto (logicismo), ma nella loro necessaria relazione.
La fenomenologia
La fenomenologia si intende allora come analisi filosofica in grado di determinare il modo in cui una realtà si dà alla coscienza; studia cioè la relazione intenzionale, risolvendo in questa il problema del significato. Il senso di una realtà, infatti, si ha solo nella coscienza e, quindi, può essere individuato solo nel rapporto intenzionale.
Il senso e la verità
Non bisogna confondere il senso, ovvero la ricerca di un fondamento del significato, con la verità assoluta propria della metafisica. La fenomenologia non vuole offrire la soluzione relativa al senso dell’essere, ma rivelare il fondamento oggettivo delle nostre conoscenze e dei significati che si colgono nelle cose: significati che sono interni alla relazione necessaria (intenzionale) con gli oggetti.
RIPASSO DELLA PARTE LETTA
Espressioni significative
Fenomenologia – Crisi della metafisica – Crisi del positivismo – Dibattito sui fondamenti della matematica – Psicologismo – Logicismo – Intenzionalità
Domande
1) Precisa la posizione della fenomenologia rispetto alla crisi della metafisica che caratterizza la filosofia europea d’inizio secolo.
2) Quale posizione mantiene Husserl nei confronti della crisi degli ideali positivistici?
3) Come bisogna rapportarsi al sapere scientifico?
4) Spiega i motivi per cui Husserl ritiene di dovere elaborare un metodo conoscitivo che, pur distante dai principi fisico-matematici, mantenga l’esigenza della spiegazione razionale.
5) Quali sono i motivi che rendono significativo il dibattito sui fondamenti della matematica?
6) Sintetizza le posizioni dello psicologismo e del logicismo e precisa la posizione di Husserl in merito.
7) Definisci l’intenzionalità.
8) Perché, a parere di Husserl, l’intenzionalità può risolve l’antitesi fra psicologismo e logicismo?
9) Perché la coscienza “è sempre intenzionale”?
10) Precisa gli obiettivi della fenomenologia.
11) Quale tipo di oggettività ci garantisce la disciplina fenomenologica? perché si differenzia dai principi teoretici della metafisica?
UNA NUOVA RELAZIONE TRA SOGGETTO E OGGETTO
L’Erlebnis
L’Erlebnis (letteralmente: esperienza vissuta o vissuto) rappresenta il punto di partenza dell’analisi fenomenologica; si identifica con l’esperienza stessa del soggetto, in quanto comprende tutti i contenuti di coscienza che questo è venuto a realizzare nel corso della propria esistenza.
Superamento della distinzione metafisica di soggetto e oggetto
L’Erlebnis è l’oggetto primo della fenomenologia perché presuppone la relazione intenzionale fra la coscienza e il suo oggetto, superando così l’opposizione fra logicismo e psicologismo e, dunque, la distinzione metafisica fra soggetto e oggetto.
Il vissuto è relazione con un oggetto
Nel vissuto, infatti, il soggetto ha coscienza di sé sempre rispetto a un oggetto; non può concepirsi come coscienza priva di contenuti, ma sempre come coscienza di qualcosa. E’ proprio questa consapevolezza dell’Erlebnis a convincere Husserl che il senso della conoscenza vada ricercato in questa relazione primaria fra coscienza e suo oggetto intenzionale e non, invece, in un artificiale soggetto o oggetto in sé.
Autonomia di soggetto e oggetto
L’evidenza della relazione intenzionale non deve però condurre a un errore più volte commesso dal pensiero metafisico: la considerazione dell’oggetto come parte del soggetto, o viceversa. Il fatto che la coscienza sia sempre coscienza di qualcosa e che l’oggetto acquisti significato nel suo rapporto con una coscienza non implica una riduzione dell’autonomia dei due poli della conoscenza.
La trascendenza dell’oggetto
L’oggetto rimane infatti qualcosa di esterno, o trascendente, alla coscienza, anche se il significato che noi attribuiamo all’oggetto dipende dalla nostra esperienza di esso. L’oggetto trascendente si offre alla coscienza, in maniera spesso parziale e non sempre adeguata.
Inadeguatezza della percezione di un oggetto
L’intenzionalità della coscienza, rivolta verso un oggetto, non potrà mai essere pienamente soddisfatta dalla percezione sensibile: infatti si ha sempre una visione parziale degli oggetti, caratterizzata da una particolare prospettiva; se ne percepisce solo una parte e la coscienza della loro interezza è dovuta a un’integrazione del materiale percepito realizzato dalla coscienza intenzionale.
Le intuizioni eidetiche
E’ evidente allora che nel vissuto vi siano oltre alle rappresentazioni empiriche anche delle intuizioni eidetiche, senza le quali non si potrebbe avere coscienza degli oggetti percepiti. Le intuizioni eidetiche (delle essenze), infatti, rappresentano l’intuizione globale dell’oggetto, la percezione della sua essenza che ci permette di integrare il materiale parziale fornitoci dalla sensazione.
Un esempio
Se per esempio si osserva una casa, noi percepiamo solo una parte della sua superficie, eppure siamo certi che la sua forma non si limita alla superficie percepita; la comprensione della totalità viene fornita al soggetto proprio dalle intuizioni eidetiche.
Le intuizioni eidetiche e il senso
Nelle intuizioni eidetiche, ovvero nelle essenze delle cose, si trova dunque il significato che noi attribuiamo agli oggetti percepiti, il fondamento di ogni nostra conoscenza e, quindi, di ogni disciplina scientifica. Le essenze, infatti, sono delle realtà aprioristiche e universali sulle quali si costruisce ogni sapere particolare.
Lo scopo della fenomenologia
La fenomenologia, nella sua volontà di ricercare i fondamenti e il senso del sapere, si propone la visione delle essenze o, come dice Husserl, di “tornare alle cose stesse”. Con la visione delle essenze, noi possiamo cogliere il senso di ogni nostro contenuto conoscitivo, senza peraltro ricadere nei classici errori della metafisica.
Differenza dalla metafisica
Perché la visione delle essenze, proposta da Husserl, non rappresenta una nuova concezione metafisica? Per il fatto che tali essenze acquistano significato all’interno del rapporto intenzionale, riguardano cioè la relazione della coscienza con gli oggetti e viceversa, senza presupporre realtà trascendenti e intellegibili. Nessuno dei concetti fondamentali della filosofia di Husserl possiede un valore ontologico al di fuori del rapporto fra la coscienza e i suoi oggetti.
RIPASSO DELLA PARTE LETTA
Espressioni significative
Erlebnis (vissuto) – Trascendenza dell’oggetto – Inadeguatezza percettiva – Intuizioni eidetiche – “Andare alle cose stesse”
Domande
1) Definisci l’Erlebnis e spiega perché è l’oggetto specifico dell’indagine fenomenologica.
2) Per quale motivo l’Erlebnis implica il superamento della distinzione metafisica fra soggetto e oggetto?
3) Spiega i motivi per cui l’Erlebnis mantiene comunque una distinzione fra soggetto e oggetto.
4) Che cosa s’intende per trascendenza dell’oggetto?
5) Perché l’oggetto si offre alla coscienza sempre in modo inadeguato?
6) Che cosa sono le intuizioni eidetiche?
7) Spiega perché nelle intuizioni eidetiche si rivela il senso dell’esperienza.
8) Spiega le finalità dell’analisi fenomenologica.
9) Distingui fra l’impostazione fenomenologica e un’impostazione metafisica.
LA SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO (EPOCHE’)
Difficoltà nella percezione delle essenze
Le essenze non possono essere colte con i normali strumenti della conoscenza, in quanto rappresentano un fondamento del nostro sapere che, nelle sue manifestazioni visibili, è sempre più ricco e articolato. Proprio ciò che si aggiunge, nella conoscenza, alle essenze impedisce poi alla coscienza di percepirle nella loro purezza.
I pregiudizi
Ogni volta che noi percepiamo un oggetto, non lo vedremo mai nella sua forma pura, in quanto lo caricheremo di significati in corrispondenza con i nostri vissuti. Il nostro rapporto con la realtà, infatti, è sempre condizionato dalle nostre esperienze precedenti e dal contesto in cui l’esperienza si verifica: rispetto a un oggetto potremmo avere delle riserve o particolari aspettative, pregiudizi di natura pratica o etica, e così via.
La purificazione dei vissuti e l’epoché fenomenologica
Bisogna allora purificare i vissuti di questi contenuti pregiudiziali in maniera tale da poter intuire la purezza dell’oggetto, la sua essenza a partire dalla quale si realizzano tutti i giudizi. Husserl chiama epoké fenomenologica questa sospensione del giudizio, richiamandosi sia alla filosofia scettica sia al dubbio metodico di Cartesio.
Caratteristiche dell’epoché
L’epoché sospende qualsiasi giudizio nei confronti dell’oggetto e si concentra unicamente sul modo in cui i fenomeni si danno alla coscienza; il nostro sguardo diventa allora puro, perché è totalmente disinteressato e non è condizionato dal vissuto personale.
Differenza da Cartesio
La differenza dalla sospensione di giudizio proposta da Cartesio sta nel fatto che Husserl non intende negare l’esistenza del mondo, ma unicamente le affermazioni e i giudizi che su di esso vengono offerti dalle varie discipline.
Il residuo fenomenologico
Ciò che rimane dopo la sospensione del giudizio è detto da Husserl residuo fenomenologico e corrisponde a qualcosa che per l’esperienza umana è sempre valida; mentre infatti i giudizi particolari, condizionati dall’interesse, hanno un valore contingente, le essenze rivelate dall’epoké determinano qualsiasi giudizio ulteriore e, di conseguenza, sono e saranno sempre il fondamento di qualsiasi attività conoscitiva umana.
Soggettività trascendentale
Il soggetto che pratica la riduzione fenomenologica (o riduzione eidetica) è detto da Husserl soggettività trascendentale, richiamando una terminologia kantiana. Husserl intende dire che, una volta eliminati i pregiudizi dovuti al vissuto individuale e assunto un atteggiamento disinteressato verso gli oggetti, ciò che appare (le essenze) è qualcosa di identico per tutti; in altre parole, una volta che ci siamo liberati dal nostro vissuto, vedremmo tutti la stessa cosa, cioè i fondamenti del nostro sapere.
Differenza da Kant
L’espressione soggettività trascendentale richiama la filosofia kantiana e, da certi punti di vista, il concetto husserliano sembra individuare un’esperienza a priori che è a fondamento della conoscenza di qualsiasi soggetto. A differenza di Kant, però, il soggetto husserliano non si limita a ordinare un materiale preesistente completamente separato, bensì e direttamente coinvolto, attraverso il legame intenzionale, con la realtà dell’oggetto.
Atti noetici e contenuti noematici
Per comprendere la natura di questo legame che, si ricordi, non nega però la trascendenza dell’oggetto, Husserl introduce i concetti di noesis e di noema. Il primo rappresenta qualsiasi atto della coscienza che è teso ad afferrare un oggetto e a realizzare il rapporto intenzionale; il secondo, invece, rappresenta l’oggetto che viene percepito. I due concetti ribadiscono, allora, lo stretto legame esistente, nel rapporto intenzionale, fra la coscienza e il proprio oggetto.
L’applicazione dell’epoché ad ambiti parziali
L’epoké fenomenologica può essere applicata non solo su un piano generale, ma anche limitatamente a specifici ambiti disciplinari; in quest’ultimo caso la sospensione del giudizio serve a comprendere il significato fondamentale di una specifica attività conoscitiva.
Le ontologie regionali
Le ontologie regionali rappresentano specifici ambiti di realtà indagati dalla fenomenologia, in grado di cogliere le essenze relative a un particolare campo del sapere.
RIPASSO DELLA PARTE LETTA
Espressioni significative
Pregiudizi – Epoké fenomenologica – Riduzione fenomenologica – Riduzione eidetica – Residuo fenomenologico – Soggettività trascendentale – Noesis (Atti noetici) – Noema (Contenuti noematici) – Ontologie regionali
Domande
1) Spiega le difficoltà che impediscono al soggetto di cogliere le essenze.
2) Che cosa sono i pregiudizi derivanti dal nostro vissuto?
3) Definisci l’epoké fenomenologica.
4) Che cosa ci permette di cogliere l’epoké?
5) Descrivi i contenuti del residuo fenomenologico.
6) Perché il soggetto che applica l’epoké è inteso da Husserl quale soggettività trascendentale?
7) Descrivi, rispetto al concetto di soggettività trascendentale, le analogie e le differenze con Kant.
8) Definisci i concetti di noesis e di noema e spiega la loro importanza nell’approfondire la natura del legame intenzionale.
9) L’epoké fenomenologica può applicarsi anche ad ambiti particolari dell’esperienza?
10) Che cosa sono le ontologie regionali?
LA VITA COME FONDAMENTO DELLA SCIENZA
La Crisi delle scienze europee
Nel 1936 Husserl realizza un’opera, pubblicata solo nel 1956, intitolata La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale, che rappresenta in parte una svolta e in parte un completamento della filosofia fenomenologica.
Importanza dell’opera
L’opera non è solo una delle più importanti della filosofia del Novecento, ma è indicativa della crisi forse più drammatica della storia europea e che coinvolse personalmente lo stesso Husserl. Da una parte egli intendeva rispondere alle obiezioni di alcuni allievi che si erano allontanati dalla corrente della fenomenologia [cfr. il caso di Martin Heidegger nel prossimo capitolo]; dall’altra intendeva riflettere sullo spaventoso clima politico in cui si trovava la Germania contemporanea.
L’ebraismo di Husserl
Husserl era infatti di origine ebraica e, dopo la presa del potere da parte di Hitler, venne espulso dall’università e totalmente isolato dal punto di vista intellettuale fino alla morte, avvenuta nel 1938. Egli però avvertì l’urgenza di scrivere, come se volesse lasciare ai posteri la personale testimonianza su un periodo storico tanto drammatico. La crisi delle scienze europee appartiene a questo periodo.
Il prevalere della tecnica
Secondo Husserl, la crisi in cui si è venuta a trovare l’Europa è dovuta al prevalere della tecnica e di una mentalità scientifica che, concependosi come assoluto, ha portato a occultare i più autentici valori della vita umana.
Il mondo-della-vita
Alla mentalità tecnico-scientifica Husserl contrappone il Mondo-della-vita, l’insieme delle esperienze quotidiane, da sempre universalmente note, che costituiscono lo sfondo di ogni esperienza particolare; il mondo-della-vita è, come dice Husserl, l’ambito delle “esperienze fondamentali”, di quell’ovvietà dell’esistenza che tutti avvertiamo come la caratteristica principale della nostra vita.
Mondo-della-vita e scienza
Il mondo-della-vita non è solo diverso costitutivamente dall’esperienza scientifica ma soprattutto -è questa la tesi principale di Husserl- è a fondamento della stessa pratica scientifica. Dal mondo-della-vita, infatti, si originano le operazioni logico-deduttive delle scienze.
Il ruolo della scienza
Husserl non intende delegittimare la scienza, negando il valore delle sue asserzioni, quanto opporsi alla dittatura della mentalità scientifica sul sapere e sulla cultura, che ha condotto alla tecnicizzazione del mondo.
La libertà dell’uomo
La cultura tecnologica, derivata dal mondo-della-vita, si è poi dimenticata di questo suo legame fondamentale e ha voluto interpretare secondo una logica universalistica tutta la realtà, anche quella dalla quale è derivata. L’uniformità propria dell’approccio scientifico tende a livellare le differenze individuali e, in questo senso, a negare la libertà dell’uomo.
Incapacità di affrontare i problemi fondamentali
La scienza, d’altronde, è incapace di risolvere i problemi legati al senso dell’esistenza e, quindi, realizza una dittatura della mentalità pratica su quella riflessiva, privilegiando la soddisfazione estemporanea piuttosto che la risoluzione dei problemi relativi all’intera esistenza dell’individuo.
Il compito della fenomenologia
La fenomenologia, a parere di Husserl, è il metodo d’indagine più adatto per cogliere la derivabilità del sapere scientifico dal mondo-della-vita.
Un esempio: la geometria
Un esempio di questa derivazione lo possiamo ricavare riflettendo sulla natura della geometria: i concetti “ideali” della matematica sono ricavati, per astrazione dall’esperienza, a partire dalla sensibilità e dal bisogno pratico di risolvere dei problemi. Questo originarsi dal mondo-della-vita, realizzato da Galileo, è stato occultato e la separazione dei due ambiti è diventata assoluta.
RIPASSO DELLA PARTE LETTA
Espressioni significative
Crisi dell’Europa – Prevalere della tecnica – Mondo-della-vita – Derivabilità del sapere scientifico dal mondo-della-vita
Domande
1) Individua le motivazioni che spinsero Husserl a scrivere La crisi delle scienze europee.
2) Descrivi il destino di Husserl dopo la presa del potere dei nazisti.
3) Qual è, per Husserl, la causa della crisi europea?
4) Definisci il mondo-della-vita.
5) Quale rapporto esiste fra sapere scientifico e mondo-della-vita?
6) Quali aspetti negativi comporta l’assolutizzazione del sapere scientifico?
7) Quale compito assegna, a questo riguardo, Husserl alla fenomenologia?
L’EPOCHE’ VA APPLICATA ANCHE AL SAPERE SCIENTIFICO
L’epoché della scienza
Husserl propone nella Crisi un’epoké fenomenologica del sapere scientifico; il suo intento è quello di dimostrare come, una volta sospesi i giudizi con cui lo scienziato si rapporta agli oggetti percepiti, ciò che rimane (il residuo fenomenologico) è il mondo-della-vita, che rappresenta il fondamento dal quale si origina qualsiasi valutazione scientifica.
La soggettività del mondo
L’analisi del mondo-della-vita, ottenuta dopo la messa tra parentesi del giudizio scientifico, dimostra come le esperienze fondamentali del mondo siano sostanzialmente soggettive; nel mondo-della-vita, infatti, agiscono diversi punti di vista individuali che si relazionano continuamente fra loro.
Il senso del mondo
Il senso del mondo va dunque cercato nella serie di atti soggettivi che lo costituiscono; il significato di qualsiasi affermazione, anche di quella scientifica, che si concepisce come universale e oggettiva, non può che scaturire solo da una serie di atti e esperienze che riguardano il singolo soggetto.
L’intersoggettività trascendentale
Si ricordi il concetto, analizzato prima, di soggettività trascendentale; nella Crisi Husserl ne elabora uno parallelo, la intersoggettività trascendentale. Se il primo rappresenta la soggettività priva di pregiudizi, rispetto alla quale acquistano senso le valutazioni individuali, la seconda rappresenta l’insieme dei significati linguistici e storico-culturali che costituiscono l’elemento comune dei rapporti intersoggettivi.
L’elaborazione delle conoscenze
E’ solo a partire da questa cultura comune, condivisa da tutti i soggetti, che si elaborano le principali conoscenze e, dunque, anche i giudizi scientifici. La scienza, nel suo sviluppo, ha occultato questo legame originario, che è necessario invece recuperare.
Il recupero del mondo-della-vita
Il recupero del mondo-della-vita consente, a parere di Husserl, di limitare l’azione della scienza e di opporsi al tecnicismo imperante; è possibile in questo modo valorizzare la libertà del singolo essere umano e recuperare alla conoscenza quei problemi sul senso dell’essere che il pragmatismo tecnologico ha oscurato.
Nessuna impostazione metafisica
Ovviamente Husserl non intende tornare a una verità metafisica, nel momento in cui recupera questioni riguardanti il senso dell’agire umano; intende solo combattere la presunzione di universalità della scienza che, a suo parere, ha condotto alla svalutazione delle esigenze individuali e al trionfo di sistemi culturali e politici dispotici e alienanti.
Miglioramento delle relazioni intersoggettive
Recuperare la dimensione dell’esistenza individuale significa allora affrontare con maggiore tolleranza i problemi alla base del rapporto interpersonale; non si deve più considerare l’essere umano sulla base di categorie oggettivistiche, ma si deve rispettare quella dimensione soggettiva dalla quale deriva ogni forma di conoscenza.
Il ruolo della filosofia e dei filosofi
Un ruolo fondamentale spetta, a questo riguardo, alla disciplina filosofica e agli intellettuali: la filosofia ha il compito di problematizzare la concezione tecnologica e di sottolineare la derivazione del sapere tecnico-scientifico dal mondo-della-vita; gli intellettuali hanno il dovere morale di combattere qualsiasi degenerazione che, sul piano della convivenza civile, ha prodotto l’estensione della concezione tecnico-pragmatica all’ambito dell’esistenza individuale.
RIPASSO DELLA PARTE LETTA
Espressioni significative
Epoké del sapere scientifico – Soggettività del mondo – Intersoggettività trascendentale – Importanza della filosofia
Domande
1) Quale forma di epoké auspica Husserl nella Crisi…?
2) Con che cosa si identifica il residuo fenomenologico di questa epoké?
3) Spiega il carattere soggettivistico del mondo-della-vita.
4) Dove individua Husserl il fondamento di ogni conoscenza?
5) Sintetizza i motivi per cui Husserl auspica un recupero del mondo-della-vita.
6) Quale tipo di problematica permette di affrontare il mondo-della-vita, inaccessibile al sapere scientifico?
7) Spiega il motivo per cui la problematica del senso non coincide, in Husserl, con una nuova impostazione metafisica.
8) Quali vantaggi derivano dal recupero del mondo-della-vita?
9) Precisa il ruolo assegnato da Husserl alla filosofia e ai filosofi.