24
Giu
2006

Accentramento amministrativo

(Fonte, 359/361)

In questo caso ci troviamo di fronte a una «fonte», che molto ci dice sulla impostazione culturale della classe politica post unitaria.
Nel primo capoverso, ci appare subito una concezione contraddittoria della democrazia: da una parte si afferma la necessità di ottenere il consenso del popolo ma, subito dopo, si dice che questo va ottenuto guidando lo stesso, formando l’opinione pubblica.
Non si possono far introdurre “falsi giudizi”, perché si è ancora in uno stato di guerra: si tratta di una dichiarazione emergenziale, il cui scopo è, evidentemente, quello di giustificare la limitazione dei diritti.
A riprova di questa affermazione, si fa riferimento alle attuali agitazioni del Mezzogiorno; il ragionamento proposto, secondo il quale esse non si sviluppano laddove la mano del governo si rivela energica, è sicuramente coerente, ma non affronta i motivi della insoddisfazione al Sud, come invece fa la Relazione Massari.
A giustificare la limitazione della democrazia prosegue il capoverso successivo: quando si passa dall’oppressione (governi pre unitari) al un nuovo sistema, la libertà amministrativa (definita “utopia”) deve essere realizzata gradatamente, tenendo conto anche dell’analfabetismo delle popolazioni. Singolare per noi è però il fatto che, quando si indica il nemico, non vengono citati i consueti movimenti di opposizione sociale (che in Italia dovevano ancora stabilmente organizzarsi) bensì i “preti”, ad indicare il sostanziale anticlericalismo dei governi della Destra storica, che affrontavano in quegli anni la «questione romana». Ritorna alla fine il concetto di “educazione civile e politica”, che però significa che il pieno dispiegamento dei diritti potrà esserci solo quando di avrà una sostanziale condivisione da parte della popolazione delle posizioni della classe dirigente.

È evidente, da quest’inizio, che la più grande preoccupazione di quei governi era costituire e stabilizzare l’unità del Paese, nella consapevolezza che questa, per vari fattori che abbiamo esaminato in classe, era a rischio. Ecco quindi delinearsi come necessaria – per realizzare al meglio questa unità- l’accentramento dello Stato: vengono descritte, in ordine, le indispensabili funzione del Ministro dell’Interno, dei Prefetti, dei Capi delle Province. Notate il successivo riferimento a Cavour (in parte improprio) e, soprattutto, il tono paternalistico verso la popolazione: “guidar l’opinione pubblica, correggerla, emendar i giudizi erronei e falsi, che le passioni di parte alimentano”.
Segue (e questa parte la sintetizzate da soli) la descrizione delle prerogative dei politici-amministratori. Quindi questo discorso trova la sua sintesi in uno slogan estremamente significativo: “discentramento amministrativo e centralizzazione politica”. L’ultima parte del brano, porta esempi concreti, di carattere repressivo, sui problemi che si pongono al governo; soprattutto sulla opportunità di epurare gli amministratori dei vecchi Stati, in particolare di quello Pontificio (ancora una volta l’avversario principale!).