La Rivoluzione russa
CAPITOLO TREDICESIMO
LA RIVOLUZIONE RUSSA
Le due rivoluzioni
Nel 1917 avvennero in Russia due rivoluzioni, una in febbraio e l’altra in ottobre: il risultato di queste due rivoluzioni fu l’abolizione in Russia di ogni rapporto economico riconducibile all’ordinamento feudale; inoltre le rivoluzioni portarono alla detronizzazione dello zar, all’abolizione della Chiesa di Stato, all’esprorpriazione dell’aristocrazia.
Confronto con le altre rivoluzioni
La rivoluzione russa svolse allora una funzione analoga a quella delle rivoluzioni inglese o francese, che pure decretarono la fine del sistema feudale; solamente in Russia la rivoluzione avvenne con notevole ritardo, a causa dell’arretratezza del paese sia nei confronti dell’Inghilterra sia della Francia. Questo ritardo in parte spiega la vittoria delle forze più radicali, che non si verificò invece nelle altre esperienze rivoluzionarie.
Il capitalismo in Russia
Si sono già esaminate [cfr. cap. 9, p.4] le particolari modalità con cui venne introdotto il capitalismo in Russia: le circostanze non favorirono la formazione di una borghesia liberale e la maggior parte dell’opinione pubblica restò indifferente o addirittura ostile ai nuovi processi produttivi.
L’opposizione in Russia
La stessa opposizione alla politica zarista aveva tratti molto diversi dalle forze socialiste occidentali: i conservatori nazionalisti slavofili consideravano per esempio positiva l’arretratezza economica della Russia; la tradizione populista-anarco-socialista fondava le proprie prospettive sull’analisi della situazione contadina, sottovalutando la questione dell’industrializzazione.
Il fallimento della borghesia
Queste valutazioni servono a spiegare il fallimento della prima rivoluzione, quella di febbraio, che fu essenzialmente borghese e che non permise l’affermarsi in Russia di quelle idee liberali che avevano invece trionfato in Inghilterra e in Francia.
Singolarità del potere zarista
L’autocrazia zarista rappresentava una forma di governo assolutamente sconosciuta in Europa; le ragioni di questo fenomeno stavano forse nella vastità del paese, nelle difficoltà della difesa militare che imponevano un potere fortemente accentrato.
Caratteristiche del potere zarista
Ancora nel sec. XX, quando regnava Nicola II, si riteneva che lo zar fosse investito per diritto divino e che fosse suo dovere morale impedire alla struttura dell’assolutismo di trasformarsi. In queste condizioni non poteva essere introdotto il capitalismo e la burocrazia non poteva essere svincolata dagli interessi della classe aristocratica.
L’entrata in guerra
La rivoluzione scoppiò, oltre che per queste ragioni di carattere strutturale, anche a causa dell’avventata entrata in guerra del paese. D’altra parte il potere zarista si aspettava proprio dalla guerra una forte spinta modernizzatrice: bisognava finanziare lo sviluppo dell’industria e della rete ferroviaria; potenziare l’industria siderurgica, visto che le macchine erano per lo più importate.
La guerra e la borghesia
La guerra rafforzò inevitabilmente le posizioni della borghesia, che aveva trovato una certa prosperità nel tardivo sviluppo del capitalismo russo e si rafforzò anche la posizione della Duma. In molti ambienti governativi, anche a corte, si considerava la guerra con scarso entusiasmo, proprio perché rafforzava gli ambienti degli uomini di affari e indeboliva l’aristocrazia.
Francia e Inghilterra
Francia e Inghilterra però appoggiavano la Duma e le classi liberali, in quanto volevano la presenza della Russia al loro fianco in guerra; Lenin sospettò addirittura che fossero stati proprio gli ambasciatori ad organizzare la rivoluzione del febbraio 1917, che avrebbe dovuto avere caratteristiche borghesi. Il primo governo rivoluzionario che si formò, guidato da Aleksandr Kerenskij, era infatti legato da strettissimi vincoli con Francia e Gran Bretagna.
Altre cause della rivoluzione
Vi furono però anche delle cause propriamente umane e contingenti che si aggiunsero a quelle di lungo periodo: lo zar Nicola II era completamente privo di carattere e agiva in tutto e per tutto sotto l’influenza della moglie e di un singolare personaggio di nome Rasputin.
Rasputin
Rasputin era un personaggio di particolare carisma che riuscì ad avere un enorme influenza sullo zar e sulla zarina: corrotto e, secondo alcuni, anche un agente dei tedeschi, riuscì a far nominare vescovi e arcivescovi, ufficiali e uomini politici. Nicola II lo protesse sempre, nonostante tutti gli testimoniassero la sua dissolutezza.
La sostituzione di ministri
Rasputin riuscì a convincere lo zar e la zarina a sostituire valenti uomini politici e militari con altri di scarse capacità; più la situazione andava precipitando, meno il governo era nelle mani di una guida stabile.
DATE:
febbraio 1917 : prima rivoluzione russa, borghese
ottobre 1917 : seconda rivoluzione russa, proletaria
PERSONAGGI:
Zar Nicola II – Rasputin – Aleksandr Kerenskij
DOMANDE:
1) Riassumi le principali cause della rivoluzione russa.
2) Quante rivoluzioni ci furono in Russia nel 1917?
3) Quali conseguenze ebbero queste rivoluzioni.
4) Svolgi un paragone fra la rivoluzione russa e le passate esperienze rivoluzionarie inglesi e francesi.
5) Perché in Russia non esisteva una forte borghesia imprenditoriale?
6) Quali caratteri distintivi aveva l’opposizione sociale in Russia rispetto a quella occidentale?
7) Indica le particolarità assolutamente anacronistiche del potere zarista.
8) In che misura l’entrata in guerra della Russia favorì la rivoluzione?
9) Perché la Russia entrò in guerra?
10) Per quali motivi la borghesia si avvantaggiò dalla guerra?
11) Quale ruolo svolsero Francia e Inghilterra nei confronti della Russia?
12) Chi era Rasputin? quale influenza esercitò a corte?
La crisi durante la guerra
In un primo tempo lo scoppio della guerra ravvivò la fedeltà alla monarchia, ma fra il 1913 e il 1917 la situazione economica precipitò: i salari nominali dell’industria furono triplicati, non si potevano acquistare nemmeno la metà dei beni che, con lo stesso salario, erano disponibili nel periodo precedente.
Il rifiuto della guerra
Al fronte venivano uccisi migliaia di soldati, senza che avessero la minima idea del significato di quella guerra; ci fu un tentativo strenuo di difesa del sistema, con l’assassinio di Rasputin da parte di un rappresentante reazionario della Duma. Ma oramai era maturo un movimento di massa, destinato a travolgere l’intero sistema politico.
L’insurrezione di Pietrogrado
Nel febbraio del 1917 ci fu l’insurrezione popolare di Pietrogrado e lo zar abdicò; finiva così una delle dinastie più importanti della storia europea. Il 23 febbraio si ebbero manifestazioni di donne e operai che tennero in subbuglio la città per l’intera giornata; dopo aver sottovalutato il movimento, l’apparato repressivo si mosse senza stroncarlo. I soldati si ribellarono e si unirono agli operai, quindi anche i ferrovieri. Le truppe zariste abbandonarono la città agli insorti, Nicola II abdicò in favore del fratello Michele, che non accettò la carica.
Il governo provvisorio
Si formò un governo provvisorio espressione degli interessi della borghesia: questa classe non aveva né ispirato né partecipato alla rivoluzione ma, analogamente a quanto era già successo in Europa, sembrava la componente sociale più idonea a prendere il controllo della situazione.
I soviet
Il nuovo potere costituitosi fu però costretto a trattare con il governo dei soviet, un organismo nato il 27 febbraio grazie a un gruppo di esponenti socialisti, per lo più intellettuali, che volevano ricollegarsi all’esperienza del 1905. Nel mese di marzo si formarono più di 600 soviet. Questi organismi avevano una duplice natura e oscillavano da un’idea di democrazia radicale a quella di una dittatura rivoluzionaria.
La diarchia
Si creò allora una situazione detta diarchia, ovvero l’esistenza di un doppio potere che comprendeva finalità politica fra loro opposte: il governo provvisorio, coadiuvato in questo anche dal partito dei cadetti, intendeva tollerare i soviet il tempo bastante a vincere la guerra e più tardi risolvere con le maniere forti le tensioni sociali.
Lenin
La sconfitta di questo programma moderato fu senz’altro favorita dall’entrata in scena di Vladimir I. Lenin, un rivoluzionario russo in esilio che, allo scoppio della rivoluzione tornò in Russia per guidare le forze del partito bolscevico, l’ala più radicale dei socialdemocratici russi.
Le Tesi di aprile
La posizione di Lenin, condensata nelle famose Tesi di Aprile (“tutto il potere ai soviet”), provocò la svolta nel partito: non bisognava rimanere fermi alle vecchie idee, ossia alla difesa dello stadio democratico-borghese della rivoluzione, ma bisognava individuare la possibilità di dare il potere al proletariato e agli strati più poveri dei contadini.
L’opposizione alla guerra
La prima grave crisi del governo provvisorio si ebbe in aprile, a causa della guerra: vi furono manifestazioni di protesta organizzate dai soviet, contro la volontà del governo di affermare la necessità di proseguire l’azione bellica.
L’esercito
C’erano però problemi con l’esercito, sempre più indisciplinato; d’altra parte per proseguire la guerra il popolo doveva essere armato, mettendo così in pericolo il governo provvisorio (si erano infatti già costituiti nuclei di guardie rosse). In luglio ci furono manifestazioni congiunte di soldati e operai, istigate dai bolscevichi; la dura repressione che ne conseguì costrinse Lenin alla clandestinità. Il governo provvisorio era decisamente intenzionato a escludere i soviet dalla vita politica.
L’azione di Kornilov
In agosto ci fu il tentativo reazionario guidato dal generale Kornilov, che tentò un colpo di stato militare: quest’avvenimento costrinse il governo Kerenski a chiedere l’appoggio dei soviet e dei bolscevichi; questi ultimi apparvero così come salvatori della rivoluzione.
Si decide l’insurrezione
In ottobre, con la copertura legale del soviet di Pietrogrado, guidato da Leo Trosky, si costituì il Comitato militare-rivoluzionario. Protagonisti di quei giorni furono i soldati e gli operai del Baltico. Il 10 ottobre si tenne la riunione del comitato centrale del partito bolscevico che prese la decisione definitiva della insurrezione armata.
La presa del potere
Il 24 ottobre i soldati e le guardie rosse occuparono i punti strategici della città e, quindi, il palazzo d’inverno. Kerensky era già fuggito in una macchina dell’ambasciata americana e così Lenin, già il 25 ottobre, poteva dichiarare decaduto il governo.
DATE:
23/02/1917 : manifestazioni a Pietrogrado
27/02/1917 : si costituisce il governo dei soviet
aprile 1917 : Lenin torna in Russia
luglio 1917 : manifestazioni bolsceviche; Lenin in clandestinità
agosto 1917 : tentativo di colpo di stato del generale Kornilov
10/10/1917 : si costituisce il Comitato militare-rivoluzionario
24/10/1917 : presa del Palazzo d’inverno
25/10/1917 : Lenin dichiara decaduto il governo
PERSONAGGI:
Michele Romanov – Vladimir I. Lenin – generale Kornilov – Leo Trosky
DOMANDE:
1) Precisa le conseguenze economiche prodotte in Russia dalla guerra.
2) Segui gli avvenimenti che portano all’abdicazione dello zar.
3) Quali interessi esprimeva il governo provvisorio?
4) Che cos’è la diarchia?
5) Specifica ilo ruolo dei soviet dopo la rivoluzione di febbraio.
6) Precisa il ruolo di Lenin nel proseguo della rivoluzione.
7) Che cosa affermo Lenin nelle tesi di aprile?
8) Come sfruttarono i bolscevichi l’opposizione alla guerra?
9) Quale atteggiamento tenne il governo provvisorio in luglio nei confronti dei soviet?
10) Per quale motivo l’azione di Kornilov rafforzò la posizione dei bolscevichi?
11) Segui le vicende che portarono al colpo di stato bolscevico.
I primo provvedimenti
Il nuovo governo emanò una serie di decreti: abolizione della proprietà privata della terra, che i soviet locali dovevano distribuire a chi lavorava; le fabbriche furono poste sotto il controllo degli operai; il vecchio sistema giudiziario fu sostituito dai tribunali del popolo; tutte le banche furono nazionalizzate; la Chiesa venne separata dallo Stato.
La Repubblica Socialista Sovietica
Venne formata un’assemblea costituente a suffragio universale, sciolta non appena diede la maggioranza ai socialrivoluzionari, che avevano maggiore presa sui contadini. Il 10 luglio 1918 gli organi del partito bolscevico divennero organi dello Stato e fu proclamata la Repubblica Socialista Sovietica.
La pace di Brest Litovsk
Il primo problema che i bolscevichi dovettero risolvere fu quello della pace, che creò contrasti all’interno dello stesso partito: mentre i socialdemocratici erano decisi a continuare la guerra, Lenin firmò la pace di Brest-Litovsk, in seguito alla quale la Russia perdeva un quarto della popolazione e metà degli impianti industriali. Lenin riteneva che l’esito futuro della guerra avrebbe finito per mitigare gli effetti del trattato di pace.
La guerra civile
La ritirata della Russia dal conflitto provocò la guerra civile: nel dicembre del 1917 gli inglesi e i francesi si spartivano la Russia in zone di influenza dove potevano esercitare la loro opera di destabilizzazione. Intervennero militari di tutte le forze alleate, da diverse aree geografiche.
Il terrore bianco
Vi furono rivolte antibolsceviche dei contadini, che portarono a lotte contro i dirigenti locali; molto spesso queste ribellioni erano istigate da agenti stranieri. Non seppero però procacciarsi il favore della popolazione locale; sia perché usarono metodi terroristici ( il cosiddetto terrore bianco) contro la parte della popolazione che appoggiava il regime rivoluzionario, sia perché in alcuni casi, proponendosi un ritorno all’antico regime, facevano temere a coloro che avevano approfittato della distruzione del latifondo una perdita dei privilegi appena conquistati.
La reazione militare
Le decisione del partito al potere fu quello di creare le condizioni di carattere militare, tali da non permettere un ritorno alla democrazia borghese: il 21 giugno 1918 venne ristabilita la pena di morte. Il 30 agosto Lenin viene gravemente ferito, mentre usciva da una fabbrica di Mosca: furono fucilate 500 persone a Mosca e altrettante a Kronstadt.
La vittoria dell’Armata rossa
La controffensiva dell’armata rossa riuscì in seguito vincente, soprattutto nell’arrestare l’offensiva rivoluzionaria che proveniva dalla Polonia. La politica seguita successivamente dall’occidente verso la Russia fu quella del cordone sanitario, tesa cioè a rinforzare i regimi anticomunisti dei paesi confinanti con lo Stato sovietico.
Le disastrose condizioni economiche
Le condizioni in cui la guerra mondiale prima e la guerra civile poi avevano lasciato la Russia erano spaventose e alimentarono le speranze dei controrivoluzionari interni ed esterni: il paese mancava di tutto, pane e abiti; furono anni in cui carestie causarono migliaia di morti.
Il comunismo di guerra
Furono questi gli anni del comunismo di guerra, una nazionalizzazione dell’intero processo economico: furono nazionalizzate le industrie, controllata la produzione, disciplinata la mano d’opera; inoltre furono requisiti i prodotti agricoli e statalizzato il commercio del grano.
La rivolta di Kronstadt
In questo clima ci fu la ribellione dei marinai di Kronstadt, i quali non contestavano la rivoluzione ma il potere assoluto dei bolscevichi: la rivolta, scoppiata il 7 marzo e terminata il 18, venne duramente repressa da Trosky e diede il pretesto per annientare anche la altre opposizioni.
Lenin e la questione contadina
Lenin comprese l’impossibilità di prolungare il comunismo di guerra; una volta sconfitte le armate bianche gli fu più facile impostare un programma economico meno rigido, per ottenere il consenso dei contadini. Senza questo consenso non era possibile, a suo parere, passare da una società semifeudale a una società socialista.
La NEP
Nacque così la NEP (Nuova Politica Economica) che, rispetto al comunismo di guerra, oltre a limitare le imposte, ristabilì la libertà di commercio interno e di circolazione dei prodotti; la NEP era una sorta di compromesso fra un’economia socialista e una di mercato, ma aveva il merito, agli occhi di Lenin, di stimolare l’interesse del contadino per la propria azienda e aumentare la produttività agricola.
Le riforme sociali
La NEP fu accompagnata anche da importanti riforme sociali: la lotta all’analfabetsimo, una grande organizzazione sanitaria e assistenziale, il diritto all’autodecisione per le varie nazionalità. Furono presi anche diversi provvedimenti antiecclesiastici.
La Chiesa
La Chiesa ortodossa pagava il suo servilismo al potere zarista: furono promosse leggi incoraggianti all’ateismo: nel 1921 fu proibita l’istruzione religiosa per la gioventù; dal 1926 gli esponenti del clero che avessero infranto la regola sarebbero stati condannati ai lavori forzati. Venne proibita anche la letteratura religiosa.
DATE:
dicembre 1917 : inizia la guerra civile
10/07/1918 : viene proclamata la Repubblica Socialista Sovietica
21/06/1918 : viene ristabilita la pena di morte
30/08/1918 : attentato a Lenin
7-18/03/1921 : rivolta dei marinai di Kronstadt
DOMANDE:
1) Indica i primi provvedimenti presi dal governo bolscevico.
2) Quando venne proclamata la Repubblica Socialista Sovietica?
3) Quali erano le condizioni di pace, firmate dalla Russia a Brest-Litovsk?
4) Perché Lenin firmò la pace?
5) Quando iniziò la guerra civile e da chi fu provocata?
6) Che cos’è il terrore bianco?
7) Per quali motivi le forze ostili al governo bolscevico non riuscirono a prevalere?
8) Quali misure repressive adottò il governo bolscevico?
9) Quali erano le condizioni economiche durante la guerra civile?
10) Illustra le caratteristiche del comunismo di guerra.
11) Quando avvenne la rivolta dei marinai di Kronstadt? con quali motivazioni ed esiti?
12) Illustra i principi della NEP.
13) Quali vantaggi presentava, agli occhi di Lenin, questa politica economica?
14) Quali riforme sociali furono attuate durante il periodo della NEP?
15) Spiega perché il regime bolscevico emanò una serie di provvedimenti particolarmente ostili verso la Chiesa.
La politica internazionale
A livello internazionale mutò, fra i bolscevichi, l’idea che la rivoluzione sovietica dovesse accompagnarsi a una rivoluzione mondiale e permanente; si fece strada invece il concetto staliniano di socialismo in un solo paese. I partiti comunisti delle altre nazioni avrebbero dovuto difendere l’Unione Sovietica, in quanto la sua presenza garantiva un possibile successo delle forze comuniste anche negli altri Stati. La Russia diede origine a una terza internazionale, il Comintern.
Gli accordi internazionali
L’ingresso della Russia nel sistema mondiale si ebbe con le conferenze economiche di Genova (1922) e di Losanna (1923), con le quali la Russia entrava diplomaticamente nel sistema mondiale. Importante fu anche l’accordo russo-tedesco fra Cicerin e Rathenau, in base al quale la Germania rinunciava alle riparazioni di guerra previste dal trattato di Brest-Litovsk.
Morte di Lenin e Stalin
Il 21 gennaio del 1924 Lenin morì, ad appena due anni dall’inizio del nuovo corso, colpito da una forma di arteriosclerosi precoce. Il posto di Lenin fu preso daJoseph Stalin, georgiano, sostenitore del centralismo del partito e nemico delle correnti ad esso interne.
Il programma di industrializzazione
Dal punto di vista teorico, Stalin partiva dall’idea che le finalità dell’azione del partito dovevano essere cambiate: non si trattava più di abbattere una forma di potere nemica, ma di costruire lo stato comunista: c’era bisogno di uomini capaci di controllare la macchina dello Stato e di guidare il processo di industrializzazione del paese per superare il divario che divideva l’URSS dai paesi capitalistici.
Il dissidio Stalin-Trosky
Troskij, in minoranza, affermava il rischio di un’involuzione burocratica, pur asserendo l’importanza della struttura del partito. Dopo avere tentato invano di appoggiarsi all’armata rossa, venne allontanato da qualsiasi carica politica e costretto a cercare rifugio all’estero, da dove continuò la requisitoria antistaliniana. Fu ucciso nel 1940 a Città del Messico.
La fine della NEP e lo sterminio dei kulaki
Per portare a compimento le intenzioni di Stalin bisognava modificare il ritmo produttivo della NEP, che non era particolarmente accelerato. A pagare dovevano essere soprattutto i contadini più agiati (i kulaky), che erano restii a forme di collettivizzazione. Stalin invitò i cosiddetti poveri dei villaggi contro i kulaki e adottò provvedimenti drastici per la requisizione del bestiame e dei prodotti agricoli; ricorse poi a metodi terroristico-militari: arresti, deportazioni fucilazioni.
Le purghe staliniane
La repressione di Stalin si scatenò brutalmente contro tutti coloro che si opposero al suo progetto di industrializzazione e di meccanizzazione dell’agricoltura: i famosi processi degli anni 1936/’37, che annientarono quasi completamente la rappresentanza bolscevica protagonista della rivoluzione del 1917, servirono a portare a compimento, con altissimi costi umani, il progetto staliniano.
L’URSS grande potenza
L’URSS riuscì a diventare una grande potenza industriale ma parimenti la repressione, che colpiva indiscriminatamente l’ambito politico, delle scienze, delle arti, le gerarchie militari, tolse al paese un numero enorme di talenti. La soppressione di numerosi e valorosi capi militari è stata indicata da alcuni storici come una causa dello sgretolamento dell’esercito russo di fronte all’avanzata nazista.
DATE:
1922 : Conferenza Economica di Genova
1923 : Conferenza Economica di Losanna
21/01/1924 : morte di Lenin
PERSONAGGI:
– Joseph Stalin
DOMANDE:
1) Precisa le motivazioni che portarono la classe dirigente sovietica a sostenere, piuttosto della rivoluzione mondiale, la rivoluzione in un solo paese.
2) Che cos’è il Comintern?
3) Indica gli avvenimenti che decretarono l’ingresso dell’Unione Sovietica nel sistema mondiale.
4) Quali conseguenze ebbe la morte di Lenin?
5) Indica in sintesi il progetto politico-economico staliniano.
6) Quali furono le motivazioni del dissidio Stalin-Trosky? come si concluse?
7) Per quale motivo Stalin pose fine alla politica della NEP?
8) Come intendeva procedere verso l’industrializzazione?
9) Perché sterminò i kulaky?
10) Quale effetto ebbero le purghe staliniane degli anni 1936/37?
11) Quali risultati ottenne in economia la politica di Stalin?