La prima guerra mondiale
CAPITOLO DODICESIMO
LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Lo studio della prima guerra mondiale
Il primo conflitto mondiale è un argomento particolarmente complesso, sia per la sua estensione sia perché rappresenta una novità storica assoluta, rinnovando totalmente e drammaticamente l’idea di guerra rispetto solo a pochi decenni prima. L’Europa, al momento del suo scoppio, aveva vissuto trentacinque anni di pace durante i quali aveva realizzato uno straordinario progresso industriale: ora quel progresso rivela il suo volto negativo, mettendo a disposizione dell’umanità strumenti così distruttivi da rendere molto più tragiche le conseguenze delle azioni belliche.
Consigli per lo studio
Conviene allora, come sempre si deve fare in merito ad argomenti complessi, dividere il contenuto in unità tematiche principali, da esaminare separatamente; la suddivisione che proponiamo è la seguente: 1) le cause immediate di lungo periodo della guerra 2) gli schieramenti e la prima fase del conflitto 3) il dibattito in Italia fra interventisti e neutralisti 4) l’intervento dell’Italia e gli anni fra il 1915 e il 1917 5) il 1917: rivoluzione russa e intervento degli Stati Uniti 6) ultima fase della guerra e sconfitta degli imperi centrali 7) i trattati di pace
1. Le cause della guerra
Una guerra imperialista
La prima guerra mondiale è una guerra imperialista, dove le potenze in conflitto si contendono territori e mercato, ma condividono uno stesso modello economico di sviluppo e fondamentali principi ideologici, sociali e culturali. Questo differenzia la prima guerra mondiale dalla seconda, dove gli Stati difenderanno concezioni ideologiche differenti rispetto allo natura dello Stato e all’organizzazione della convivenza civile.
Le cause imperialiste della guerra
Si è visto in precedenza [cfr. cap. 9] come per alcuni storici, le cause principali della guerra vadano cercate nel capitalismo monopolistico e nella conseguente politica imperialista. Si è però anche notato [cfr. cap. 11] come le conquiste sociali del primo decennio del Novecento, se consolidate, avrebbero forse potuto evitare questo conflitto.
I motivi di tensione in Europa: Inghilterra e Germania
Esaminiamo adesso quali erano le principali questioni su cui confliggevano le diverse potenze e che causarono una guerra senza precedenti; l’Inghilterra per la prima volta soffriva la concorrenza commerciale di un paese, la Germania, che aveva ormai raggiunto identici livelli di sviluppo economico; sotto l’imperatore Guglielmo II si ebbe un forte incremento industriale, venne costruita una potente flotta e si tentò di ingrandire l’impero coloniale per affermare la supremazia tedesca in Europa.
Gli altri focolai di tensione
La Russia, dopo l’arresto dell’espansionismo orientale in seguito alla guerra col Giappone, concentrò le proprie attenzioni sulla penisola balcanica, scontrandosi con gli interessi dell’Austria che, spalleggiata dalla Germania, puntava anch’essa all’egemonia in quella zona. La Francia manifestava ansia di rivincita nei confronti della Germania, volendo riconquistare l’Alsazia e la Lorena, perse durante la guerra franco-prussiana.
La triplice intesa
Nel 1907 Francia, Inghilterra e Russia stipularono, in funzione antitedesca e antiaustriaca, la Triplice intesa, trasformata in alleanza nel 1914. Questa situazione aveva determinato, specialmente da parte tedesca, un’affannosa corsa agli armamenti che i vari incontri internazionali non riuscirono a ridurre: fallirono infatti tutte le conferenze di distensione.
I conflitti precedenti la guerra
Tra i conflitti locali precedenti la guerra va segnalato quello per il controllo del Marocco. La Germania mise in discussione il dominio francese, impose delle conferenze dove però non riuscì a imporre la propria posizione; ottenne comunque una consistente parte del Congo (fu durante questa crisi che l’Italia iniziò la sua avventura in Libia). In seguito a questo contenzioso si rafforzarono i legami tra Francia e Inghilterra e si formò la Triplice intesa.
I partiti socialisti
La crescente tensione internazionale portò al fallimento politico della seconda Internazionale: non solo i partiti socialisti non seppero produrre una propria politica per contrastare il ricorso alla guerra, ma addirittura, in molti casi, fecero proprie le istanze nazionalistiche della borghesia del proprio paese: alcuni esponenti socialisti vedevano con preoccupazione una vittoria della Germania e preferivano schierarsi con le altre potenze.
I socialisti italiani e tedeschi
Una linea di assoluta neutralità e pacifismo fu seguita solamente dalle forze socialiste italiane e dalla corrente politica del bolscevismo in Russia; l’evento che fece crollare qualsiasi forma di solidarietà e politica comune fra i diversi partiti socialisti fu la decisione dei socialdemocratici tedeschi di approvare i crediti di guerra.
La destabilizzazione nei Balcani
L’avvenimento che fece da detonatore per lo scoppio della guerra accadde nei Balcani e può essere spiegato in ragione della particolare instabilità politica della zona: la Russia favoriva il nazionalismo di tutti i popoli slavi e in particolare il nazionalismo serbo, per destabilizzare il controllo asburgico sui Balcani.
La guerra dei Balcani
L’Austria si era annessa nel 1908 la Bosnia-Erzegovina, approfittando della rivoluzione dei giovani turchi; la Russia invece, approfittando dell’intervento italiano in Libia, spinse alla formazione della lega balcanica contro la Turchia, nel 1912. Dopo la pace di Londra del 1913 ci fu una seconda guerra che causò il riavvicinamento fra Turchia e Austria; questo preoccupava la Russia, il cui 60% del commercio passava per lo stretto di Dardanelli.
L’attentato di Sarajevo
Il 28 giugno 1914 uno studente bosniaco, di nome Princip, uccise in un attentato l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono d’Austria e sua moglie Sofia. Le autorità austriache, le quali ritenevano responsabile il governo serbo, inviarono alla Serbia, il 23 luglio, un ultimatum durissimo, in cui si chiedeva di stroncare ogni movimento irredentista e la possibilità per i funzionari austriaci di compiere indagini sull’attentato. Non soddisfatta della risposta, il 28 luglio l’Austria dichiarò guerra alla Serbia.
Le altre dichiarazioni di guerra
Immediatamente scattò il sistema delle alleanze, che portò alla mondializzazione del conflitto: il 30 luglio la Russia proclamò la mobilitazione generale a sostegno della Serbia, seguita il 1° agosto dalla Francia in ottemperanza al patto di alleanza. La Germania il 1° agosto dichiarò guerra alla Russia e il 3 agosto alla Francia. L’Inghilterra dichiarò guerra alla Germania il 5 agosto, in seguito all’immediata invasione della Germania da parte del Belgio, paese neutrale.
Era evitabile la guerra?
Iniziò così una delle guerre più distruttive della storia, che causò la scomparsa di imperi secolari: quello asburgico, quello ottomano, la dinastia dei Romanof e quella degli Hohenzollern; inoltre divise l’Europa in due aree economico-politiche contrapposte, a seguito della rivoluzione in Russia. Era evitabile la guerra? come mai era scoppiata proprio in seguito all’attentato di Sarajevo? L’Austria sicuramente contava di risolvere la guerra in pochi giorni e non si aspettava una ripercussione del conflitto di così vaste proporzioni.
La casualità della guerra
Abbiamo visto come gli storici economicisti ritenevano la guerra in qualche modo inevitabile e, per loro, il pretesto di Sarajevo era solo un motivo contingente; gli avversari della spiegazione economicista sottolineano come crisi di questo tipo si ripetevano da tempo ed erano sempre state risolte. In questo caso le potenze europee rimasero vittima delle loro stesse strategie intimidatoriee non poterono più tornare indietro.
Novità della guerra
La caratteristica che rese questa guerra totalmente differente da quelle precedenti fu la mobilitazione generale, che coinvolse non solo l’organizzazione militare, ma tutta la struttura economica, amministrativa e politica degli Stati, che venne militarizzata. Tutta la vita delle nazioni belligeranti fu condizionata dalla guerra.
Le guerre dell’800
Le guerre che si combatterono in Europa nel corso dell’Ottocento, invece, pur essendo drammaticamente distruttive per le forze militari, coinvolgevano in minima parte la popolazione civile che, invece, durante la prima guerra mondiale, fu assolutamente sconvolta e condizionata, nella propria vita quotidiana, dalla guerra.
I governanti e l’opinione pubblica
Questo carattere di novità della guerra sorprese sia l’opinione pubblica sia gli stessi governanti, i quali credevano che il conflitto sarebbe terminato in breve tempo.
DATE:
1907 : viene stipulata la triplice alleanza
1908 : l’Austria si annette la Bosnia-Erzegovina
1912 : si forma la Lega balcanica
1913 : pace di Londra
28/06/1914 : attentato a Sarajevo
23/07/1914 : ultimatum dell’Austria alla Serbia
28/07/1914 : l’Austria dichiara guerra alla Serbia
30/07/1914 : la Russia dichiara guerra all’Austria
01/08/1914 : la Francia dichiara guerra all’Austria
01/08/1914 : la Germania dichiara guerra alla Russia
03/08/1914 : la Germania dichiara guerra alla Francia
PERSONAGGI:
Guglielmo II – Francesco Ferdinando d’Asburgo
DOMANDE:
1) Precisa il carattere imperialista della prima guerra mondiale, distinguendola dalla seconda.
2) Riepiloga tutti i motivi di tensione fra gli Stati esistenti in Europa prima dello scoppio della guerra.
3) Perché l’Inghilterra si preoccupava della concorrenza tedesca?
4) Quali contenziosi opponevano la Russia all’Austria e la Germania alla Francia?
5) Quando, fra chi e con quali scopi venne stipulata la triplice intesa?
6) Quale importanza ha il conflitto per l’occupazione del Marocco?
7) Quale fu l’atteggiamento dei partiti socialisti verso i pericoli di guerra imminenti?
8) Perché l’azione dei socialdemocratici tedeschi portò al fallimento della seconda Internazionale?
9) Precisa le condizioni della zona balcanica prima dello scoppio della guerra.
10) Quali furono le principali azioni di Russia e Austria nei Balcani?
11) A partire dall’attentato di Sarajevo, ricostruisci lo scoppio del primo conflitto mondiale, segnalando le varie dichiarazioni di guerra.
12) I governanti europei si aspettavano una guerra di così vaste proporzioni?
13) Che cosa affermano gli storici contrari all’interpretazione economicistica, in merito allo scoppio della guerra?
14) Quale fu il carattere di novità della prima guerra mondiale rispetto a quelle combattute in precedenza?
2. La prima fase della guerra
Gli schieramenti in campo
A livello strategico gli imperi centrali, nettamente più efficienti dal punto di vista dell’organizzazione e della potenza bellica, dovevano sconfiggere in breve tempo gli avversari, per impedire di essere accerchiati. Questo causò l’immediata invasione del Belgio e della Francia; i tedeschi approfittarono del fatto che gli inglesi e i russi potevano spostare molto lentamente le loro truppe.
La questione dell’invasione del Belgio
L’invasione del Belgio e, conseguentemente, della Francia fu attuata dalla Germania immediatamente dopo la dichiarazione di guerra, approfittando anche dell’efficiente rete ferroviaria costruita negli ultimi anni; questa azione, per la sua vastità, non poté essere improvvisata ma fu il risultato di una lunga preparazione. Gli storici che sostengono le cause di lungo periodo della guerra portano anche questa considerazione a sostegno della loro tesi.
La guerra di movimento
Questa prima fase della guerra, nota come guerra di movimento, registrò per la Germania degli imprevisti: il Belgio resistette facendo saltare alcune linee ferroviarie e rallentando così i rifornimenti tedeschi; l’esercito tedesco, che avanzò incredibilmente di circa cinquanta chilometri al giorno, logorava però le proprie truppe.
La resistenza della Francia
La Francia tentò di attaccare la Germania nelle Ardenne e in Lorena, facendosi però massacrare a Verdun. I tedeschi arrivarono al fiume Marna (40 Km. da Parigi), ma lì furono fermati da una strenua resistenza francese, anche con l’aiuto di truppe inglesi. I tedeschi dovettero retrocedere di 10 Km.
La guerra di trincea
Da questo momento si considera terminata la guerra di movimento e inizia la cosiddetta guerra di trincea, di carattere statico; è però un tipo di guerra che implica il sacrificio di un numero altissimo di vite umane, sprecate per lo più per piccole conquiste territoriali; è poi una guerra costosissima per le tecnologie impiegate.
La guerra sottomarina
Sul mare l’egemonia fu presa dagli inglesi, che diedero luogo a un blocco continentale, per cercare di impedire i rifornimenti agli imperi centrali. I tedeschi risposero con la guerra sottomarina, attaccando anche navi civili e di paesi neutrali; particolare impressione suscitò l’affondamento del transatlantico ingleseLusitana, con 1.200 passeggeri a bordo, per lo più turisti americani.
La Turchia e il Giappone
Il 31 ottobre entrò in guerra, accanto agli imperi centrali, la Turchia, che si sentiva legata all’alleanza derivata dal Congresso di Vienna. Il Giappone si era già schierato qualche mese prima a fianco dell’Intesa, sperando di impadronirsi dei territori tedeschi in Cina. L’intervento turco provocò grossi problemi ai contatti fra Russia e alleati; la Russia, che dopo un effimero successo era stata subito ricacciata indietro dai tedeschi, si trovò quasi subito completamente immobilizzata.
DOMANDE:
1) Sintetizza le diverse strategie dei due schieramenti
2) Quali riflessioni storiche propone l’invasione tedesca del Belgio?
3) Distingui fra guerra di movimento e guerra di trincea.
4) Quale fu la strategia tedesca? come risposero i francesi?
5) Che cosa fu la guerra sottomarina?
6) Con chi si schierarono il Giappone e la Turchia?
7) Perché fu importante l’intervento turco?
3. Interventismo e neutralismo in Italia
Il governo Salandra
In Italia, il governo presieduto da Antonio Salandra proclamò la neutralità del paese il 2 agosto 1914; l’Italia non interveniva, nonostante fosse alleata sia dell’Austria sia della Germania in base alla Triplice Alleanza: questo perché il trattato era validi solo in funzione difensiva e, in questo caso, l’Austria non era paese offeso bensì aggressore.
Interventisti e neutralisti
Fra le personalità politiche e nell’opinione pubblica si formarono due schieramenti: i neutralisti (socialisti, cattolici, liberali giolittiani) i quali non volevano che l’Italia partecipasse alla guerra e gli interventisti (repubblicani, socialriformisti, liberali conservatori, nazionalisti e sindacalisti rivoluzionari) che, con varie motivazioni, auspicarono l’intervento.
I socialisti
I socialisti si dichiararono subito per la neutralità, anche all’interno della seconda Internazionale; il loro slogan era: “né aderire né sabotare”. Questa posizione si spiega con la lunga tradizione pacifista e antimilitarista del partito; gli operai e i contadini erano classe sociali istintivamente contrarie alla guerra.
I cattolici
Anche i cattolici erano per principio contrari alla guerra, anche se vedevano nell’Austria il vessillo della cristianità rispetto al mondo slavo; in particolare era l’associazionismo cattolico, particolarmente vicino al mondo contadino, a rifiutare la guerra. Il papa Benedetto XV condannò nel 1915 il conflitto.
I giolittiani
I giolittiani ritenevano imprudente l’entrata in guerra dell’Italia, in particolare per l’arretratezza del paese dal punto di vista politico e militare; ritenevano inoltre che le pretese irredentistiche dell’Italia potevano essere risolte per via diplomatica.
I nazionalisti
I più attivi nel campo interventista furono i nazionalisti, che esaltavano la guerra in quanto tale, fino al punto da cambiare alleanze: in un primo tempo, infatti, sostennero la necessità dell’intervento a fianco degli imperi centrali, poi con l’intesa, per motivi irredentistici. Personalità principali del movimento nazionalista furonoGiovanni Papini e Gabriele D’Annunzio.
L’interventismo democratico
L’interventismo democratico si collegava idealmente alla tradizione risorgimentale, interpretando la partecipazione dell’Italia alla guerra come una sorta diquarta guerra d’indipendenza, capace di compiere definitivamente l’unità nazionale; inoltre individuavano negli imperi centrali il simbolo dell’autoritarismo e dell’imperialismo. Le personalità più importanti di questa corrente furono: Ivanoé Bonomi, Leonida Bissolati, Gaetano Salvemini e Cesare Battisti.
Il sindacalismo rivoluzionario e Benito Mussolini
Anche i sindacalisti rivoluzionari si dichiararono interventisti, vedendo nella guerra un movimento violento capace di rimettere in discussione le strutture sociali; Benito Mussolini, che si era energicamente opposto all’intervento italiano in Libia, cambiò radicalmente parere e si schierò per l’entrata in guerra. Venne espulso dal Partito socialista e fondò il giornale Il popolo d’Italia, finanziato dai francesi che auspicavano un ingresso in guerra dell’Italia.
I liberali conservatori
I liberali conservatori, capeggiati dal Presidente del Consiglio Antonio Salandra, ritenevano la guerra necessaria per completare l’opera risorgimentale; l’Italia avrebbe inoltre allargato i suoi interessi politico-economici e ne avrebbe guadagnato in prestigio internazionale.
Le trattative segrete
Furono avviati rapporti diplomatico con l’Austria, che fu disponibile solo nel 1915, quando l’Italia aveva già allacciato legami con le potenze dell’Intesa. Il 26 aprile 1915 l’Italia firmava, segretamente, il Patto di Londra, impegnandosi ad entrare in guerra entro un mese e ad assicurarsi, in caso di vittoria, Trentino, l’Alto Adige fino al Brennero, Trieste, Istria, alcune zone della Dalmazia e Valona.
Le radiose giornate di maggio
La maggioranza del parlamento italiano era per la neutralista; per intimidirne la funzione, si tennero imponenti manifestazioni di massa e, in particolare contro Giolitti, fu organizzato un vero e proprio linciaggio morale. Alla testa dei moti ci fu Gabriele D’Annunzio, protagonista di quelle che furono dette le radiose giornate di maggio.
La dichiarazione di guerra
Il Parlamento non riuscì a opporsi a questa ondata di violenta protesta e, ad eccezione dei socialisti e del cattolico Guido Miglioli, diede pieni poteri al governo. Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarava guerra all’Austria, nonostante le forze neutraliste fossero la maggioranza dell’opinione pubblica.
DATE:
02/08/1914 : l’Italia dichiara la propria neutralità
1915 : Benedetto XV condanna la guerra
26/04/1915 : patto di Londra
24/05/1915 : dichiarazione di guerra
PERSONAGGI:
Antonio Salandra – Benedetto XV – Giovanni Papini – Gabriele d’Annunzio – Ivanoé Bonomi – Leonida Bissolati – Gaetano Salvemini – Cesare Battisti – Benito Mussolini – Guido Miglioli
DOMANDE:
1) Perché l’Italia, alleata dell’Austria, non intervenne in guerra?
2) Ripercorri le differenti posizioni dei neutralisti e degli interventisti?
3) Individua, rispettivamente, le posizioni dei socialisti, dei cattolici e dei giolittiani.
4) Specifica le argomentazioni dei nazionalisti.
5) Quali le ragioni degli interventisti democratici?
6) Quale differente posizione avevano i liberali progressisti e quelli conservatori?
7) Perché l’Italia firmò il patto di Londra? che cosa prevedevano le sue clausole in caso di vittoria?
8) Perché l’Italia intervenne in guerra, nonostante la maggiorparte dell’opinione pubblica e del Parlamento fosse contraria?
9) Che cosa avvenne durante le radiose giornate di maggio?
10) Precisa la posizione di Mussolini rispetto alla guerra? quali le conseguenze del suo comportamento?
4. La guerra dal 1915 al 1917
L’esercito italiano
L’esercito italiano fu affidato al generale Cadorna e, composta per buona parte da contadini analfabeti, era in condizioni di assoluta inferiorità rispetto a quello austriaco. Gli italiani all’inizio conquistarono importanti posizioni sino a raggiungere l’Isonzo, incontrando la resistenza austriaca nei pressi di Gorizia.
La Strafexpedition
All’inizio del 1916 l’Austria organizzò una Strafexpedition (spedizione punitiva) sul fronte italiano, per eliminare innanzitutto gli avversari più deboli e quindi dedicarsi agli altri fronti. Non aiutata sufficientemente dai tedeschi, la guarnigione austriaca provocò, in un primo tempo, l’arretramento dall’altopiano di Asiago delle truppe italiane. Il 9 agosto la controffensiva italiana portò alla conquista di Gorizia.
Il governo di coalizione
Intanto il governo Salandra fu sostituito da un governo di concentrazione nazionale, guidato da Paolo Boselli e del quale facevano parte anche Bissolati, Bonomi e il cattolico Filippo Meda; questo governo, in ottemperanza al Patto di Londra, dichiarò guerra alla Germania il 25 agosto 1916. Analoghi governi di coalizione, con la partecipazioni anche di socialisti, si organizzarono nei diversi paesi europei.
Le proposte di pace degli imperi orientali
Gli imperi centrali promossero un’iniziativa di pace, rifiutata dagli alleati, perché considerata una mossa propagandistica; in effetti, a quel punto, l’Impero manteneva una predominanza territoriale e voleva arrivare in quelle condizioni alle trattative, soprattutto perché, sul fronte orientale, Russia e Turchia avevano esaurito le loro risorse. D’altra parte c’era anche la preoccupazione interessata della monarchia asburgica, timorosa delle conseguenze di una sconfitta.
La conferenza di Zimmerwald
Un appello alla pace venne anche da papa Benedetto XV. Il fronte socialista organizzò invece una conferenza, a Zimmerwald, in cui si scontrarono le posizioni pacifiste, che ribadivano il diritto di autodeterminazione dei popoli e quelle leniniste, che vedevano nella guerra la possibilità di capovolgere i rapporti di classe. Prevalsero queste ultime posizioni.
5. Il 1917: anno decisivo per la guerra
Il 1917
Il 1917 si verificarono due avvenimenti decisivi che contribuirono a por fine alla guerra: da una parte la rivoluzione russa, che portò il nuovo Stato sovietico a firmare una dichiarazione di pace con la Germania; dall’altra l’intervento degli Stati Uniti.
La posizione della Russia
Il governo provvisorio in Russia, guidato da Aleksandr Kerenski, voleva, coerentemente alla propria cultura filoborghese, continuare la guerra a fianco degli alleati; in seguito alla vittoria bolscevica, Lenin, pur fra contrasti, decise di firmare la pace separata con la Germania a Brest-Litovsk: i russi, oltre a pagare i danni di guerra,rinunciarono alla Polonia, all’Estonia, alla Lituania e riconobbero l’indipendenza dell’Ucraina.
Le conseguenze della rivoluzione in Russia
La rivoluzione russa ebbe effetti destabilizzanti in diversi eserciti dove i soldati, di umile origine e demoralizzati per le condizioni di vita, si esaltavano alla notizia di una rivoluzione che si riprometteva di capovolgere i rapporti sociali. Le autorità degli Stati dovettero promettere alle truppe delle riforme, una volta terminata la guerra.
Gli Stati Uniti
Il 6 aprile 1917 gli Stati Uniti dichiararono guerra alla Germania: per simpatie verso il governo inglese, perché gli Stati uniti avevano prestato molto denaro alle potenze alleate, a causa dei pericoli che la guerra sottomarina praticata dai tedeschi rappresentava anche per gli americani. Questi non potevano intervenire in forze prima di un anno ma, a livello psicologico, la loro decisione ebbe un’influenza decisamente positiva sugli alleati.
La ritirata di Caporetto
Durante il 1917 le forze austro-tedesche concentrarono tutti i loro sforzi sul fronte italiano; avanzarono nel settore Tolmino-Caporetto travolgendo ogni resistenza. La ritirata di Caporetto fu necessaria per sfuggire all’accerchiamento, ma fu disordinata e drammatica non solo per i soldati ma anche per i civili. I morti furono circa 400.000.
I responsabili
Si cercarono subito dei capri espiatori: i socialisti per il loro disfattismo, i cattolici per seguire Benedetto XV; si diffuse la teoria dei nemici interni. In verità c’erano pesanti responsabilità di ordine militare: il generale Luigi Capello non si attenne alle disposizioni ricevute da Cadorna; il generale Badoglio dette in ritardo l’ordine di sparare alle proprie truppe. Il morale di queste ultime era distrutto sia per l’attesa imminente della fine della guerra, sia per la durissima disciplina imposta da Cadorna.
La ripresa dell’esercito italiano
L’esercito italiano riuscì poi a riprendersi sul fronte del Piave, del Grappa e del Montello. A Boselli subentrò Vittorio Emanuele Orlando, con cui collaborarono anche i socialisti; Cadorna venne sostituito con il generale Armando Diaz che ricostruì in parte il morale dell’esercito. Ai soldati furono fatte promesse di riforme sociali.
6. Le fasi conclusive della guerra
Il 1918
Durante il 1918 le truppe tedesche e austriache vennero sconfitte sia sul fronte anglo-francese sia su quello italiano, grazie anche all’aiuto degli Stati Uniti.
Vittorio Veneto
Iniziò l’offensiva italiana che si concluse con la battaglia di Vittorio Veneto, in cui gli austriaci vennero sconfitti. L’armistizio venne firmato il 3 novembre a Villa Giusti, giorno in cui furono conquistate Trento e Trieste. Contemporaneamente si ponevano le basi della Federazione jugoslava e dell’indipendenza dell’Ungheria.
La scomparsa della dinastia asburgica
Con questa sconfitta scompariva la dinastia asburgica, apparsa sulla scena europea intorno alla fine del XIV secolo; pur con mille contraddizioni, l’impero austriaco aveva tenuto insieme, in una struttura politica transnazionale, diversissime tradizioni culturali e aveva realizzato una positiva unità economica nella zona. Era naturale che prevalessero legittime scelte nazionalistiche; bisogna però ricordare come la successiva separazione sarà dannosa, dal punto di vista economico, ai nuovi Stati, che non riusciranno a coordinare le loro attività come avveniva precedentemente.
La fine dell’impero tedesco
In Germania scompariva l’impero ma rimaneva in piedi la struttura statale; il nuovo cancelliere, Max von Baden, aveva invitato Guglielmo II ad abdicare, ma il sovrano non accettò. Il 3 novembre il popolo insorse, con il celebre ammutinamento di Kiel e il 9 l’imperatore fu costretto a fuggire. Il nuovo governo, presieduto dal socialdemocratico Friedrich Eber, firmò l’armistizio l’11 novembre.
DATE:
1916 : Strafexpedition
09/08/1916 : conquista di Gorizia
25/08/1916 : l’Italia dichiara guerra alla Germania
06/04/1917 : gli Stati Uniti dichiarano guerra alla Germania
1917 : ritirata di Caporetto
1918 : battaglia di Vittorio Veneto
03/11/1918 : occupazione di Trento e Trieste
03/11/1918 : armistizio di Villa Giusti
03/1/1918 : insurrezione a Kiel
09/11/1918 : Guglielmo II è costretto a fuggire
11/11/1918 : Friedrich Eber firma l’armistizio
PERSONAGGI:
generale Luigi Cadorna – Paolo Boselli – Filippo Meda – Aleksandr Kerenski – generale Luigi Capello – generale Badoglio – Vittorio Emanuele Orlando – generale Armando Diaz – Max von Baden – Friedrich Eber
DOMANDE
1) Quali erano le condizioni dell’esercito italiano, al momento della sua entrata in guerra?
2) Quali le prime battaglie?
3) Quale governo sostituì quello di Antonio Salandra? con quale criterio?
4) Perché gli occidentali non accettarono il piano di pace proposto dagli imperi centrali?
5) Come si concluse la conferenza di Zimmerwald?
6) Quale esito ebbe, sul corso della guerra, la rivoluzione in Russia?
7) Quali condizioni prevedeva la pace di Brest-Litovsk?
8) Quale effetto ebbe la riuscita della rivoluzione in Russia sul morale delle truppe?
9) Per quali motivi gli Stati Uniti entrarono in guerra?
10) Quali i motivi della ritirata di Caporetto? e quali i responsabili?
11) Quali provvedimenti prese il governo dopo Caporetto?
12) Indica la battaglia decisiva sul fronte italiano.
13) Come avvenne in Germania la fine dell’Impero?
7. I trattati di pace
L’importanza delle condizioni di pace
Le condizioni di pace imposte dalle potenze vincitrici alle nazioni sconfitte dalla guerra hanno grande importanza in quanto, in una valutazione pressoché unanime degli storici, sono considerate alla base delle tensioni politiche che condurranno alla seconda guerra mondiale.
I criteri del trattato di pace
Venne commesso l’errore di utilizzare i trattati di pace a scopo vendicativo, provocando ingenti danni alle potenze sconfitte, in particolare alla Germania. In questo modo si posero le basi per future rivendicazioni e propositi di rivincita, che si verificarono puntualmente con l’avvento del regime nazista e con lo scoppio della seconda guerra mondiale.
I 24 punti del Presidente Wilson
Il Presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson aveva cercato di evitare questo esito e aveva presentato un documento di ventiquattro punti dove si sosteneva che la pace doveva essere costruita su criteri autenticamente democratici e non sull’ansia di annientamento dell’avversario. I punti principali del documento di Wilson riguardavano la libertà dei mari, l’autodeterminazione dei popoli, il rispetto delle nazionalità e dei principi democratici, la creazione di una Società delle Nazioni.
La conferenza di Parigi
La Conferenza di pace si aprì a Parigi il 19 gennaio 1919: oltre a Wilson, gli altri rappresentanti erano George Clemencau per la Francia, Lloyd George per l’Inghilterra, Vittorio Emanuele Orlando per l’Italia. L’iniziativa fu tutta di francesi e inglesi che isolarono Wilson; le uniche concessioni le fecero ai danni dell’Italia.
L’abbandono di Orlando
Orlando, insieme a Sonnino, abbandonò per protesta le trattative di pace e, grazie anche a un messaggio di Wilson rivolto al popolo italiano, vi ritornarono a giugno senza peraltro essere soddisfatti nelle loro richieste. Molti punti compresi nel patto di Londra non furono soddisfatti da Francia e Inghilterra.
I cinque trattati
La Conferenza diede luogo a cinque trattati, ciascuno dei quali riguardava una differente area geografica; il nome dei trattati dipendeva dal luogo della firma. I trattati furono stabiliti e redatti esclusivamente dalle potenze vincitrici; gli Stati sconfitti furono convocato solo per la firma, senza che potessero avanzare alcun tipo di riserva.
Trattato di Versailles
Il trattato di Versailles riguardava le condizioni di pace imposte alla Germania; se non prevedeva un totale annientamento della nazione tedesca, fu unicamente per l’opposizione dell’Inghilterra, che temeva l’eccessiva espansione sul continente della potenza francese.
Le condizioni del trattato
L’Alsazia e la Lorena dovevano essere restituite alla Francia; il governo di Parigi prese possesso anche del bacino carbonifero del Saar, che per quindici anni sarebbe stato gestito dagli alleati; successivamente se ne sarebbe decisa la sorte. Le colonie furono tutte ripartite tra Francia, Inghilterra e Giappone, sotto forma di mandati; all’Italia invece, nonostante quanto affermato nell’articolo 13 del Patto di Londra, non venne concesso nulla. L’esercito tedesco fu ridotto a 100.000 uomini con armamento leggero, la flotta tedesca passava agli inglesi.
Le riparazioni di guerra
Le riparazioni di guerra furono stabilite in 132 miliardi di marchi-oro, da pagare in 30 anni; per garanzia gli alleati tenevano occupata la riva sinistra del Reno, da mantenersi smilitarizzata.
Trattato di Saint-Germain
Il trattato di Saint-Germain riguardava le condizioni imposte all’Austria: sulle rovine dell’impero asburgico nascevano tre nuovi Stati: Ungheria, Cecoslovacchia e Iugoslavia. All’Austria veniva fatto esplicito divieto di unirsi politicamente alla Germania; tendenza possibile, dal momento che il numero di abitanti di Vienna (1.800.000) era sproporzionato rispetto alle piccole dimensioni dell’Impero. Cedette la Galizia alla Polonia e la Transilvania alla Romania; all’Italia invece furono assegnate il Trentino e l’Alto Adige, Trieste e l’Istria; ne Valona né il protettorato sull’Albania fu invece accordato al governo italiano.
La pace mutilata
In Italia si parlava di pace mutilata, poiché una nazione vincitrice veniva trattata alla stregua di uno Stato sconfitto; questa situazione produsse l’occupazione della città istriana di Fiume da parte di truppe irregolari guidate da Gabriele d’Annunzio [cfr. cap.15, p.3].
Trattato Di Sevres
La Conferenza prevedeva inoltre il trattato di Neully, che riguardava i territori perduti dalla Bulgaria e il trattato di Sevres, concernente l’impero ottomano: questo subiva ingenti riduzioni territoriali e in Europa conservava solo la zona degli stretti sguarniti da ogni presenza militare; in Asia manteneva l’Anatolia settentrionale; mentre i restanti territori, l’Irak, la Palestina e la Transgiordania furono assegnati all’Inghilterra: la Siria e il Libano alla Francia.
Mustafa Kemàl
Più avanti un movimento rivoluzionario guidato da Mustafa Kemàl riuscì a ricacciare le truppe greche, a espandersi e a ottenere la revisione dei trattati; venne fondata una repubblica e imposta una costituzione più laica.
Il trattato di Tranon
Il trattato di Tranon stabiliva la separazione dell’Austria dall’Ungheria e la nascita del regno d’Ungheria.
La Società delle nazioni
Il 28 aprile 1919, con sede a Ginevra, venne inaugurata la Società delle nazioni: il suo compito, sul modello di ciò che sarà l’ONU nel secondo dopoguerra, era quello di regolamentare le controversie internazionali. Questa organizzazione non poteva però ottenere risultati positivi, perché fu concepita con la stessa ottica vendicativa dei trattati di pace.
Le esclusioni
In particolare venne esclusa la Germania e non vi partecipò l’Unione Sovietica; anche gli Stati Uniti, che avevano disapprovato la conduzione dei trattati di pace, preferirono restarne fuori.
Fallimento della Società delle Nazioni
Non è un caso allora che la Società delle Nazioni non riuscì a risolvere alcun conflitto internazionale e a evitare la successiva guerra mondiale.
DATE:
19/09/1919 : apertura a Parigi della Conferenza di pace
28/04/1919 : apertura della Società delle Nazioni
PERSONAGGI:
Woodrow Wilson – George Clemencau – Lloyd George – Vittorio Emanuele Orlando – Mustafa Kemàl
DOMANDE:
1) Quale importanza storica possiedono i trattati di pace scaturiti dalla Conferenza di Parigi, anche in relazione agli avvenimenti futuri?
2) Quale esigenza esprimevano i quattordici punti del documento di Wilson e perché le potenze europee lo rifiutarono?
3) Chi erano i rappresentanti delle potenze vincitrici?
4) Perché Orlando e Sonnino abbandonarono la Conferenza? quale fu l’esito della loro protesta?
5) Indica i cinque trattati di pace e le questioni oggetto di ciascuno di essi.
6) Quale criterio ispirò il trattato di Versailles?
7) Perché la Francia non riuscì ad annientare totalmente la Germania?
8) Quali le condizioni di guerra imposte alla Germania?
9) Chiarisci la nuova configurazione dei territori dell’Impero asburgico.
10) A proposito di quali punti non fu rispettato il patto di Londra?
11) Perché si proibì all’Austria di unificarsi alla Germania?
12) Che cosa s’intende con pace mutilata?
13) Indica la nuova collocazione territoriale dell’Impero ottomano.
14) Quale fu l’esito della rivolta guidata da Mustafa Kemàl?
15) Quando nacque la Società delle Nazioni?
16) Quali decisioni ne impedirono il successo?